Graffiti sulle Colonne, San Lorenzo dice basta

Eppure dovrebbe essere una cosa facile da fare; o quantomeno vantaggiosa da intraprendere, sicuri che almeno in questo campo nessun comitato si formerà per alzare la voce e impedire l’azione politica. Stiamo parlando della lotta ai graffiti, scritte e scarabocchi sui muri, tema nel quale Milano è tristemente città da primato: nell’area comunale, secondo i dati di Assoedilizia, sono oltre 40mila gli edifici «taggati» (termine giovane per «imbrattati»). Un politico che riuscisse a eliminare o quantomeno contenere i fanatici della bomboletta, raccoglierebbe il plauso indiscusso dei cittadini: un sondaggio realizzato da Ferrari Nasi & Grisantelli nel dicembre scorso rivelava come il 96,1% degli intervistati ritiene di fondamentale importanza il decoro e la pulizia della città, e il suo mantenimento. Invece a Milano non si riesce a garantire il decoro dei palazzi, ma nemmeno, aspetto ben più grave, dei monumeti: il colonnato di San Lorenzo, uno dei maggiori siti architettonici della città, continua a essere bersaglio del vandalismo più frustrante, quello talmente brutto che neanche lontanamente può appellarsi a motivazioni artistiche: come i ridicoli vagheggiamenti delle «Randa Girl», gruppo di ragazze dark che ha autografato quasi ogni colonna dell’area. O del vandalo che ha inciso un’aquila bipenne di quaranta centimetri di apertura alare, scavata per mezzo centimetro nel basamento di granito. Scritte con pennarelli, cartacce, resti di soste mangerecce, lattine e mozziconi. Ogni giorno, dalle prime ore del pomeriggio, le Colonne di San Lorenzo vengono assaltate da giovani che le utilizzano come panchine dove bivaccare e trovare un momento di dolce «intimità». «A Milano succede che chiunque, alla luce del giorno, possa divertirsi a imbrattare i monumenti» fanno sapere dal comitato cittadino «La Cittadella», associazione che riunisce gli abitanti del Ticinese che hanno deciso di dire basta al degrado. «Da troppo tempo - denunciano - le Colonne sono state lasciate a loro stesse. Qui ogni giorno vengono a bivaccare giovani vandali, che usano il basamento delle Colonne per bere birra, mangiare e baciarsi». E come ogni coppia di fidanzatini che si rispetti, anche i punk e i dark della zona devono lasciare testimonianza della loro passione; così nel Ticinese l’ultima moda è lasciare dediche all'amata sul marmo del colonnato. Una sfilza deprimente di scritte che raccontano dell'amore di «Rusty punk» per le sue «metalsister», delle «Randa girl», che amano (anzi lovvano, nell'assurda declinazione meneghina dell'inglese love) «Rini», e poi di «Maty», di «Giuly» e di «Zietto». Se a Roma sul ponte Milvio gli innamorati lasciano i lucchetti, a Milano la passione adolescenziale ha l’odore pungente delle vernici acriliche indelebili. E, per la classica beffa oltre al danno, i deliranti graffiti amorosi dei vandali lombardi sono più duraturi di un lucchetto di ferro. «I tecnici della sovrintendenza hanno provato molte volte - raccontano i membri della Cittadella - a pulire le Colonne.

L'ultimo tentativo l'hanno fatto nel dicembre scorso, in occasione della visita degli ispettori internazionali per l’Expo. Ma non ce l’hanno fatta. Queste vernici sono molto forti e penetrano in profondità nel marmo poroso».

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