Al Gran Teatro Enrico Brignano e i vizi nostrani

Se i vizi degli italiani sono secondo Enrico Brignano c’è di che ridere a crepapelle. Il comico romano è tornato in scena ieri sera al Gran Teatro col solito pienone. Si replica sabato e da martedì 14 a domenica 19 aprile. Lo spettacolo, «Le parole che non vi ho detto», già rodatissimo, ha fatto registrare il tutto esaurito nei maggiori teatri italiani. Brignano affida alla brava e spigliata Simona Samarelli il ruolo della «Memoria» in uno spettacolo che lega a doppio nodo, lo scopo del «non dimenticare». Uno show sul filo del ricordo che dà voce ai sentimenti e alle emozioni, provando a riempire il silenzio di una comunicazione sempre più difficile con ironia e comicità dietro un’apparente imbarazzo da palcoscenico.
Nell’insieme il comico romano diverte divertendosi, incastonando battute a raffica, quasi senza accorgersene, in un copione studiato, vissuto e inventato. Rompe il ghiaccio con un’esilarante attraversata linguistica dell’intero paese, un’escursione fra le tante varietà dialettali, dal lombardo al siciliano, mettendo in luce un’ottima capacità interpretativa. Ma questo non è che il primo passo di un percorso incentrato sulle molteplici possibilità di giocare con significati significanti, metafore, allitterazioni e scioglilingua.
Ma «Le parole che non vi ho detto» è soprattutto, uno spettacolo teatrale che diverte con il teatro, con la tradizione e con le regole. L’attore rilegge l’episodio di «Giulietta e Romeo» scherzando con la lingua di Shakespeare; ironizza sul destino di Edipo re indossando i panni del tragico messaggero; trastulla il pubblico passeggiando «a piedi nudi nel parco», parlando di amore e sentimenti. La parola parlata e la parola recitata si rispecchiano l’una nell’altra: rincorrendosi, acciuffandosi, riperdendosi nuovamente acquistando, con questo gioco, continuamente nuovi significati.
Nei suoi esilaranti monologhi, Brignano, mette alla berlina vizi e virtù degli uomini di oggi, dalle paure alle manie che ciascuno serba in cuore: un viaggio tra le piccole e grandi nevrosi degli italiani.

Tra gite fuori porta a base di ogni ben di Dio e di stornelli seri e faceti, alle disavventure di un matrimonio in una torrida giornata d’agosto, il comico si diverte a caratterizzare gli aspetti più ridicoli e più curiosi di una città che è il microcosmo di riferimento di un intero paese. Ce n’è per tutti, nessuno escluso.
Lo spettacolo è incorniciato dalle splendide musiche di Armando Trovajoli, eseguite dall’orchestra diretta dal maestro Federico Capranica, che ne ha curato anche gli arrangiamenti.

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