Gratosoglio, dove regna il degrado «Dimenticati dalle forze dell’ordine»

I residenti hanno paura: «Dopo le otto di sera siamo costretti a stare in casa»

Quartiere Gratosoglio, periferia Sud della città. Palazzoni di venti piani senza balconi, strade strette che si alternano a immensi viali, marciapiedi invasi dalle auto o, peggio, dai tralicci dell’alta tensione. Sotto i porticati delle «torri» i negozi sono troppo pochi per una popolazione residente costituita prevalentemente da anziani. Loro dicono di sentirsi abbandonati, mentre fra spacciatori, baby gang e prostitute cercano di ritagliarsi un angolo di tranquillità.
«L’importante è non uscire di casa dopo le otto di sera - dice Antonio, che abita in zona -. Le forze dell’ordine sono quasi assenti e noi abbiamo paura. Proprio ieri mi hanno rubato la macchina, la polizia mi ha suggerito di camminare a piedi per il quartiere, sperando di recuperarla». Mentre parla guarda la carcassa di un’auto blu: è adagiata su quattro mattoni e un crick, le ruote le hanno portate via. «Spero di non ritrovarla così», scherza. Poco distante Pasqua Venuto, una signora di mezza età, porta a spasso il cane. «Un tempo qui si stava bene - racconta -, adesso vivere è diventato impossibile. Ho una figlia disabile, sono costretta ad andare a prenderla ogni giorno alla fermata del bus perché sono terrorizzata dalla gente che gira per strada».
I problemi, al Gratosoglio come al quartiere Stadera - lontano circa un chilometro in linea d’aria -, sono gli stessi da molti anni: poche forze dell’ordine, microcriminalità diffusa e rom continuamente in agguato. Per non parlare della scarsità di negozi e servizi e di spazi di aggregazione per i giovani. E tutto questo a pochissimi chilometri dai Navigli, patria della movida milanese. «Alcune cose le abbiamo risolte - commenta Alessandro Morelli, consigliere di Zona della Lega -. Abbiamo ridimensionato il Sert di via Boifava e scongiurato il trasferimento dei cinesi in via dei Missaglia. Rimane il problema dei rom, che da via Dudovich tendono a spostarsi nel parco del Ticinello». Senza contare la questione dell’abusivismo. «Molte case Aler sono ancora occupate da chi non ne ha diritto - conferma il presidente di Zona Giovanni Ferrari -. La situazione è più grave al Gratosoglio dove moltissimi appartamenti sono abitati da abusivi».
Si spiega così il diffuso senso di insicurezza avvertito dai cittadini. «Il Comune fa quello che può - assicura l’assessore alle Zone Ombretta Colli -. Della sicurezza è responsabile il prefetto, noi cerchiamo di migliorare la qualità della vita dei residenti». Qualche progresso è stato compiuto, come dimostrano i cinque centri di aggregazione multifunzionale, le tre biblioteche e il centro di aggregazione giovanile presenti in zona 5. Ma ancora non basta. «Da quando la caserma dei carabinieri di via dei Missaglia è stata chiusa ci sentiamo abbandonati», denuncia un farmacista che preferisce rimanere anonimo. Qualche anno fa ha installato un sistema di ingresso simile a quello delle banche: «L’ho fatto per non tirare più fuori la pistola. Ma per strada si vede di tutto, specialmente in prossimità della “scuola gialla”». Ovvero, il dormitorio gestito dalla Fondazione fratelli San Francesco d’Assisi, in via Saponaro. Di sera offre riparo a circa 170 persone. Di giorno apre la sua mensa ad altri 40 poveri. Non soltanto alcolisti, extracomunitari e tossicodipendenti. «Qui vengono italiani che hanno perso il lavoro - ammette Giancarlo, il responsabile -, addirittura famiglie con i bambini. Fino a un anno e mezzo fa la convivenza con il quartiere era più difficile, adesso la situazione è sotto controllo».

Fra tanto disagio, però, c’è chi pensa al futuro dei giovani, che passa attraverso l’istruzione. «È per questo che con la scuola popolare lottiamo contro la dispersione scolastica», conclude padre Eugenio, parroco della chiesa Santa Maria Madre della Chiesa.

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