Si è avvalso della facoltà di non rispondere, spiegando di essere stanco dopo aver trascorso 8 anni a Guantanamo, ma di essere disponibile a parlare nei prossimi giorni Adel Ben Mabrouk, uno dei due tunisini trasferiti in Italia lunedì dagli Stati Uniti. L'interrogatorio di graranzia, iniziato questa mattina nel carcere di San Vittore, è stato quindi rimandato ai prossimi giorni. Come ha spiegato il legale del tunisino, l'avvocato Luca Bauccio, Mabrouk è molto provato e stanco, sia fisicamente che mentalmente, dal lungo periodo trascorso nella base americana di Guantanamo. Il legale ha presentato al giudice per le indagni preliminari Giuseppe Vanore un'istanza di revoca della misura cautelare, che adesso il gip dovrà valutare. Per ora, dunque, Mabrouk resta in carcere, e come lui anche l'altro tunisno arrivato in Italia grazie agli accordi tra Roma e Washington, Riadh Nasri. Nasri potrebbe essere sentito nei prossimi giorni dai pubblici ministeri titolari dell'inchista, anche per chiarire il fatto che alcuni agenti della Digos, oltre che autorità giudiziarie di altri Paesi, andarono nel 2005 a Guantanamo per sentirlo. L'avvocato Roberto Novellino, legale di Nasri, sta valutando se presentare o meno istanza di revoca della misura. L'indagato, infatti, avrebbe paura di essere espulso dall'Italia in caso di scarcerazione, e «spedito» in Tunisia. Nelle prossime ore sia Mabrouk che Nasri verranno trasferiti da San Vittore al carcere di Opera, dove saranno detenuti in regime di massima sicurezza.
Nell'istanza di scarcerazione, l'avvocato Bauccio ha spiegato che non ci sono le esigenze cautelari sia per quanto riguarda l'accusa di associazione per delinquere aggravata dalle finalità di terrorismo, sia per i reati di droga e contro il patrimonio, dai quali peraltro, secondo il legale, i coindagati sono già stati assolti. Ora il pm Elio Ramondini dovrà dare un parere sull'istanza e il gip potrebbe decidere già domani.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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