Bombardamenti, nodo ostaggi e la presenza americana: cos'è successo oggi nella guerra tra Israele e Hamas

Nel sesto giorni di guerra, gli israeliani hanno colpito obiettivi sensibili nella striscia di Gaza. Il segretario di Stato americano Blinken è atterrato a Tel Aviv, per confermare il supporto degli Usa. L'Iran comincia a sondare il terreno per creare un fronte islamico unito

Bombardamenti, nodo ostaggi e la presenza americana: cos'è successo oggi nella guerra tra Israele e Hamas
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Nel sesto giorno di guerra, Israele ha martellato Gaza con attacchi incessanti, preparando il territorio per l'invasione di terra. Gli Stati Uniti hanno inviato un'altra portaerei nel Mediterraneo orientale e l'Iran ha inziato a muovere la ragnatela delle sue relazioni nel mondo islamico e arabo.

Israele bombarda la Striscia: caccia ai vertici di Hamas

L’aviazione israeliana ha continuato a bombardare la striscia di Gaza. L’Idf ha comunicato di aver colpito un totale di 3.600 obiettivi. Tra questi, vi sono infrastrutture di Hamas e i vertici dell’organizzazione. In particolare, Tel Aviv ha riferito di aver eliminato Muhammed Abu Shamala, agente senior della marina dell'organizzazione, e Yosef Abu Marzook, fratello di uno dei membri fondatori dell'organizzazione terroristica. È stato ucciso anche il terrorista Mustafa Shahin, ripreso mentre compiva atrocità in uno dei villaggi israeliani.

Inoltre, i caccia dello Stato ebraico hanno distrutto il cento di comando delle forze d’élite “Nukhbà”, truppe scelte delle brigate al-Qassam protagoniste delle infiltrazioni nei kibbutz e nei villaggi vicini al confine con la Striscia di Gaza. In risposta all’incessante martellamento degli israeliani, i terroristi di Hamas hanno lanciato razzi verso Tel Aviv, Ashod e Ashkelon.

Scontro Usa-Iran: lo scacchiere internazionale

Il segretario di Stato americano Antony Blinken è giunto in Israele per incontrare il primo ministro Benjamin Netanyahu, i membri del governo e il presidente Isaac Herzog. Il diplomatico statunitense ha rassicurato Tel Aviv sul sostengo totale e assoluto di Washington: “Voi siete già abbastanza forti per difendervi da soli ma fino a quando gli Stati Uniti esisteranno, non dovrete farlo da soli”. Blinken, inoltre, ha rivolto un avvertimento a tutti gli Stati e non Stati”, consigliando loro di pensare bene “a cosa fare in questa situazione. Non agite contro Israele”.

Intanto, il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha gettato le basi per un fronte islamico unito in funzione anti-israeliana. In una telefonata al leader siriano Bashar al-Assad, ha invocato una convergenza tra Paesi arabi e musulmani, “per fermare i crimini del regime sionista contro la nazione palestinese”. Un concetto ribadito anche nel suo primo colloquio con il principe saudita Mohammed Bin Salman.

Il nodo ostaggi: Hamas vuole il rilascio dei prigionieri palestinesi

Hamas ha confermato di avere 120 ostaggi. Le autorità di Tel Aviv ne hanno identificati 97, tutti cittadini israeliani. All’appello mancano ancora 17 francesi, di cui 4 bambini, 14 statunitensi e tre italo-israeliani, di cui non si hanno più notizie da sabato 7 ottobre.

I terroristi palestinesi hanno dichiarato di essere pronti a lasciarli andare, in cambio del rilascio di tutti i detenuti affiliati ad Hamas rinchiusi in Israele e in altri luoghi. Di contro, Tel Aviv ha sottolineato che i rifornimenti di energia, cibo e acqua verso Gaza resteranno bloccati fino alla liberazione dei prigionieri.

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