Netanyahu mostra le foto dei bambini trucidati. "Manuali di Al Qaeda sui cadaveri". Domani Tajani a Tel Aviv | La diretta

Israele bombarda gli aeroporti internazionali di Damasco e Aleppo, in Siria. Hamas conferma di avere 120 ostaggi, di cui 97 già identificati da Tel Aviv. Il segretario di Stato Usa ribadisce il supporto del suo Paese allo Stato ebraico e intima ad attori esterni al conflitto di non intervenire

Netanyahu mostra le foto dei bambini trucidati. "Manuali di Al Qaeda sui cadaveri". Domani Tajani a Tel Aviv | La diretta
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Nuova notte di fuoco sulla Striscia di Gaza. Fonti dell'esercito israeliano affermano che l'aviazione di Tel Aviv ha colpito alcune strutture e il centro di comando delle forze d'elite "Nukhbà", l'unità delle brigata al-Qassam di Hamas che ha gestito l'infiltrazione nei kibbutz e nei villaggi oltre il confine. In risposta i terroristi di Hamas hanno iniziato un nuovo lancio di razzi su Tel Aviv. In totale, gli israeliani hanno colpito 3.600 obiettivi, utilizzano più di 6mila munizioni. I militari dell'esercito israeliano hanno trovato manuali di Al Qaeda sul corpo dei terroristi.

Secondo un primo bilancio i morti palestinesi nei raid notturni di Israele sarebbero almeno una cinquantina, per un bilancio complessivo di 1.417 morti, di cui 417 minori, e di 6.268 feriti dopo 6 giorni di raid. Cresce anche il numero delle vittime per i blitz di Hamas. Secondo i media israeliani i morti sarebbero oltre 1.300 mentre i feriti sarebbero 3.300. Tra le vittime vi sono 12 francesi e 27 cittadini americani. Il presidente Macron ha fatto sapere che tra i suoi 17 connazionali dispersi vi sono 4 bambini. Ma intanto si muove anche la diplomazia. Il segretario di Stato Usa Antony Blinken è arrivato in Israele per incontrare il premier Benyamin Netanyahu, membri del governo e il presidente Isaac Herzog. "Voi siete già abbastanza forti per difendervi da soli ma fino a quando gli Stati Uniti esisteranno, non dovrete farlo da soli", ha assicurato il rappresentante di Washington, che ha poi lanciato un avvertimento: "Stati e non Stati, pensate a cosa fare in questa situazione, non agite contro Israele". Un ammonimento, questo, ribadito anche dal segretario generale della Nato Jens Stoltemberg. Netanyahu ha ringraziato gli Stati Uniti per il loro supporto e ha ribadito l'obiettivo del suo governo: "Proprio come è stato schiacciato l'Isis, anche Hamas sarà schiacciato".

Intanto il Regno Unito ha annunciato l'avvio di un piano di evacuazione dei propri cittadini da Israele. Il primo volo dovrebbe partire questo pomeriggio da Tel Aviv e atterrare a Londra. I primi ad essere estratti saranno i "vulnerabili". Per assistere coloro che rimarranno nei territori coinvolti nel conflitto è previsto lo schieramento di un Rapid deployment team. Inoltre, il ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock si recerà domani in Israele, per manifiestare il sostegno del suo Paese dopo l'attacco di Hamas.

Iran minaccia Israele

"Se Israele non ferma i suoi attacchi contro i civili a Gaza, la regione si troverà ad affrontare nuove situazioni. Israele non può imporre un assedio completo a Gaza, bombardare i civili e commettere crimini di guerra senza una risposta". Lo afferma il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amirabdollahian, riferisce Al Jazeera. È necessario porre fine "all'uccisione di bambini e civili in Palestina!", ha aggiunto Amirabdollahian che oggi ha incontrato a Baghdad il premier iracheno Mohammed Shia al-Sudani e domani è atteso a Beirut.

Tajani domani in Israele

"Domani sarò in Israele per ribadire la nostra vicinanza ad un popolo ferito dalla violenza del terrorismo di Hamas. Poi andrò in Giordania", ha annunciato il ministro degli Esteri Antonio Tajani in un post su X.

Meloni sente il re di Giordania

Il premier italiano Giorgia Meloni ha avuto una conversazione telefonica con il re di Giordania, Abdallah II Ibn Al Hussein. Lo riferisce una nota di Palazzo Chigi, spiegando che il presidente del Consiglio ha auspicato "un rapido decremento del conflitto, che non si deve allargare al resto della regione", e ha evidenziato "il ruolo cruciale che ha in questo contesto la Giordania".

La Knesset vota il governo di emergenza

Il parlamento israeliano ha approvato con 66 voti a favore e nessun contrario la creazione di un governo di emergenza formato dal premier Benyamin Netanyahu e dal leader del partito di Unità nazionale Benny Gantz.

Sparatoria a Gerusalemme

I media israeliani riferiscono di un attentato vicino alla città vecchia di Gerusalemme, vicino alla porta di Erode. In una sparatoria sarebbero rimasti feriti due agenti, uno in modo grave. L'assalitore è stato colpito.

Media israeliani: "Attacco discusso la notte prima"

Channel 12 ha rivelato che il capo di Stato maggiore israeliano Herzi Halevi e altri vertici militari discussero di "possibili eventi fuori dall'ordinario" nella notte tra venerdì e sabato scorso. Secondo gli altri media dello Stato ebraico, che hanno ripreso la notizia, alla fine della riunione si è stabilito che, probabilmente, si trattava di un'esercitazione e non sono state inviate altre truppe al confine. In risposta a queste rivelazioni, l'ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu ha fatto sapere che il premier "è stato informato solo alle 6.29, quando l'attacco è iniziato, e non prima".

Attacco hacker alla tv di Hamas

Il canale dell'organizzazione terroristica al-Aqsa è stato hackerato. Sulle televisioni di Gaza, è comparso un messaggio che invita i residenti a mettersi al sicuro. "Hamas ha distrutto la Striscia di Gaza e fatto andare i suoi leader in luoghi sicuri. Ora dovete proteggervi, evacuate le vostre case e andate in luoghi sicuri perchè il colpo sarà fatale".

Hamas: "Preparavamo l'attacco da due anni"

Il portavoce dell'organizzazione Ali Baraka ha affermato, nel corso di un'intervista a Russia Today, che Hamas stava preparando l'attacco a Israele da due anni. "Abbiamo adottato un approccio razionale. Hamas non è stato coinvolto in alcuna guerra e non si è unito alla Jihad islamica nelle sue recenti battaglie", ha spiegato Baraka. "Tutto ciò è stato parte della strategia di Hamas nella preparazione di questo attacco". Inoltre, pare che gli alleati del gruppo terroristico siano stati avvisati solo alcune ore dopo l'inizio dell'attacco.

Missili palestinesi su Israele

Le brigate al-Qassam di Hamas hanno fatto sapere di aver "bombardato Ashdod con lanci di missili". La città israeliana si trova a poco più di una ventina di chilometri a nord di Gaza. Le sirene sono suonate anche ad Ashkelon.

Raid israeliano in Siria

Il Times of Israel riporta una dichiarazione dei media siriani, secondo cui l'aviazione israeliana avrebbe bombardato la zona dell'aeroporto internazionale di Damasco e lo scalo di Aleppo, danneggiando le piste di atterraggio. I bombardamenti avrebbero preso di mira depositi di armi iraniane custoditi dagli Hezbollah libanesi. Secondo Haaretz, un aereo iraniano con a bordo il ministro degli Esteri di Teheran e diretto nella capitale siriana ha fatto inversione di rotta dopo gli attacchi israeliani.

Il nodo dei corridoi umanitari: le posizioni di Egitto e Turchia

Sullo sfondo resta la delicata questione dei corridoi umanitari da Gaza in previsione di un'operazione di terra da parte dell'esercito di Tel Aviv. L'Egitto avrebbe accettato la proposta dagli Stati Uniti di creare un corridoio. Fonti egiziane hanno però sottolineato come Hamas abbia respinto la proposta. Secondo i terroristi palestinesi, sarebbe un passaggio a "a senso unico" che servirebbe a "evacuare la Striscia e non a curare la catastrofica situazione umanitaria. Costringerebbe il popolo palestinese ad abbandonare la propria patria".

Le autorità del Cairo hanno invitato tutti i Paesi e le organizzazioni internazionali a consegnare eventuali aiuti umanitari all'aeroporto internazionale Al-Arish. Inoltre, il governo di al-Sisi ha precisato che il valico di Rafah non è mai stato chiuso, ma che è stato reso inagibile dai bombardamenti israeliani. Pertanto, l'Egitto ha chiesto ad Israele di non effettuare più raid dal lato egiziano del passaggio e ha proposto a Tel Aviv una tregua di sei ore tra questa sera e domani mattina, in modo da far passare i primi convogli umanitari e permettere il passaggio dei palestinesi.

La Turchia, intanto, si è detta pronta ha dichiarato di aver iniziato i preparativi per inviare aiuti umanitari a Gaza, anche se "situazione nella regione è molto complicata e nelle attuali circostanze è molto difficile mandare aiuti da quelle parti". Lo ha affermato un funzionario del ministero della Difesa di Ankara, secondo cui le forze armate sarebbero pronte a inviare assistenza ai palestinesi nel caso in cui il presidente Recep Taypp Erdogan lo ordinasse.

L'appello di Abu Mazen

Il presidente dell'Autorità nazionale palestinese Mahmoud Abbas Abu Mazen ha condannato l'omicidio di civili da entrambe le parti: "Rigettiamo le pratiche relative all'uccisione o agli abusi sui civili da entrambe le parti perché violano la morale, la religione e il diritto internazionale". In una nota diffusa dall'Anp, ha sottolineato la "necessità di passare all'azione politica per porre fine all'occupazione e raggiungere la pace", tramite il rilascio di prigionieri e detenuti, la fine del terrorismo dei coloni israeliani e il ritiro di Tel Aviv dai territori occupati.

Hamas: "Abbiamo 120 prigionieri"

Sono 120 i prigionieri in mano ad Hamas. A confermarlo è la tv israeliana Kan, che cita il portavoce dell'organizzazione palestinese Abdel Latif Kanua. Al momento, Tel Aviv è riuscita ad identificare 97 cittadini dello Stato ebraico in mano ai terroristi.

La caccia ai responsabili del blitz del 7 ottobre

In Israele proseguono le ricostruzioni su quanto successo il 7 ottobre. L'esercito israeliano grazie alle informazioni raccolte sta ricostruendo le identità dei terroristi che hanno preso parte agli orrori nei villaggi ebraici vicini a Gaza. Il portavoce militare Daniel Hagari ha detto in conferenza stampa che un combattente di Hamas di nome Mustafa Shahin, ripreso mentre compiva efferatezze in uno dei villaggi israeliani, è già morto in un raid che ha colpito la sua casa a Gaza. Altre vittime eccellenti della rappresaglia dello Stato ebraico sono Muhammed Abu Shamala, agente senior della marina di Hamas, e Yosef Abu Marzook, fratello di uno dei membri fondatori dell'organizzazione terroristica ucciso in un raid nella zona industriale di Rafah, al confine con l'Egitto. L'Idf ha bombardato anche l'appartamento di Hamed al-Sinwar, fratello del leader dell'organizzazione terroristica.

L'ammissione di colpa dell'esercito israeliano

Il capo di Stato maggiore di Tel Aviv Herzi Halevi ha dichiarato che sabato 7 ottobre "l'esercito israeliano nelle comunità di confine non ha adempiuto ai suoi doveri di responsabilità nei confronti dello stato di Israele e dei suoi cittadini". L'alto ufficiale ha sottolineato che l'Idf è "responsabile della sicurezza" dello Stato ebraico e ha promesso che verrà avviata un'indagine: "Impareremo, indagheremo, ma ora è il tempo della guerra".

La sfida per salvare gli ostaggi

Uno dei fronti più delicati per Tel Aviv rimane quello degli ostaggi ancora in mano agli islamisti di Hamas. Israel Katz, ministro israeliano ha detto che "Non sarà fornita elettricità, nè acqua, nè entreranno camion di benzina (a Gaza) finchè gli ostaggi israeliani non torneranno a casa". Katz ha attaccato dicendo: "Umanitarismo per umanitarismo. E nessuno ci può fare prediche sulla moralità".

Il generale Gal Hirsch,coordinatore speciale nominato dal governo, ha spiegato come Israele stia compiendo uno sforzo "di intelligence ed operativo" per mettere a fuoco la questione degli ostaggi: "Le ricerche sul terreno proseguono - ha affermato Hirsch, in un comunicato. - Il riconoscimento degli uccisi prosegue ed ed è un lavoro molto complesso. Molti feriti sono ancora negli ospedali e noi diamo la caccia ad ogni dettaglio che ci aiuti a localizzare tutti i dispersi". "Lavoriamo 24 ore al giorno - ha assicurato Hirsch - per i dispersi, per gli ostaggi e per le loro famiglie". Il capo di Stato maggiore Herzi Halevi ha assicurato che l'esercito sta facendo "di tutto per riportare gli ostaggi a casa".

L'Idf e il controllo di Hamas su Gaza

Sempre secondo Hagari ci sarebbero segnali significativi dalla Striscia che controllo di Hamas su Gaza sta vacillando. Il portavoce ha però confermato che il gruppo terroristico continua a lanciare razzi su Israele in numero significativo e continua ad avviare attacchi di piccola entità via terra e via mare. Per l'esercito i raid degli ultimi giorni avrebbero tagliato fuori dal processo decisionale parte dell'alto comando di Hamas. Sempre più attacchi, hanno spiegato, vengono condotti da sub-comandanti isolati che non fanno necessariamente parte di una strategia coordinata.

Accordo Usa-Qatar: congelati i 6 miliardi dell'Iran

Washington e Doha hanno raggiunto un accordo per bloccare l'accesso di Teheran ai 6 miliardi di dollari sbloccati nell'ambito dell'intesa per il rilascio di cinque prigionieri americani. La decisione è stata presa in seguito all'esprosione delle ostilità tra Hamas e Israele, in cui il coinvolgimento dell'Iran non è ancora chiaro.

Navi britanniche nel Mediterraneo

Il Regno Unito ha annunciato che invierà due vascelli della Royal Navy, la Argus e la Lyme Bay, nel Mediterraneo orientale come sostegno militare volto a rassicurare Israele. Le navi saranno accompagnate da un aereo spia, che effettuerà voli di sorveglianza sulla regione.

L'affondo di Tel Aviv a Pechino: "La Cina sia più equilibrata"

Oltre agli scontri e ai raid si muove anche il fronte diplomatico. L'ambasciatrice israeliana a Pechino, lrit Ben-Abba, intervistata da Bloomberg Tv ha pungolato la Cina chiedendole di assumere "un atteggiamento più equilibrato" sul conflitto tra Israele e Hamas. Ben-Abba ha anche spiegato che Zhai Jun, l'inviato cinese per il Medio Oriente, dovrebbe avere oggi colloqui con la parte israeliana. "L'inviato speciale cinese avrà una conversazione telefonica con la parte israeliana", ha detto la diplomatica.

Pechino, dal canto suo, ha dichiarato tramite il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin che la Cina "collaborerà con i Paesi della regione e la comunità internazionale per svolgere un ruolo costruttivo nella promozione di una soluzione globale, giusta e duratura alla questione palestinese".

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