"L'Ucraina è pronta a uno scambio di prigionieri": le condizioni di Zelensky per la pace

Al cospetto dei leader occidentali giunti a Kiev il presidente ucraino ha sottolineato che lo scambio dei prigionieri è un modo di "iniziare" un processo per mettere fine al conflitto

"L'Ucraina è pronta a uno scambio di prigionieri": le condizioni di Zelensky per la pace
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Nel terzo anniversario dello scoppio della guerra in Ucraina, in occasione del suo intervento al summit di Kiev, il presidente Volodymyr Zelensky propone una prima "offerta" alla controparte: "La Russia deve rilasciare gli ucraini. L'Ucraina è pronta ad uno scambio di tutti i prigionieri, e questo sarebbe un giusto modo di iniziare". Mosca, tttavia, continua a respingere l'ipotesi di dialogo con l'Unione: "Non ci sono le precondizioni per riprendere un dialogo con l'Europa". Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, commentando l'adozione del 16/o pacchetto di sanzioni della Ue, che ha giudicato come "del tutto prevedibile". Gli europei continuano a seguire la strada delle sanzioni, la strada della convinzione della necessità di continuare la guerra", ha affermato Peskov, citato dall'agenzia Interfax.

Il leader ucraino ha sottolineato che lo scambio dei prigionieri è un modo di "iniziare" un processo per mettere fine al conflitto in occasione del terzo anniversario dell'invasione russa. "La fine della guerra deve cominciare da misure che ristabiliscono la fiducia, una di queste misure potrebbe essere la liberazione dei prigionieri, delle migliaia di persone detenute in Russia", ha detto ancora Zelensky. La proposta giunge nella stessa giornata in cui alcuni pezzi da novanta della leadership europea e mondiale sono a Kiev per discutere la strategia del paese per possibili negoziati e garanzie di sicurezza. L'incontro si sta svolgendo in un clima di incertezza sul continuo impegno degli Stati Uniti per la sicurezza dell'Ucraina e dell'Europa sotto il presidente Donald Trump.

"Il terzo anniversario dell'inizio dell'invasione russa su larga scala. Tre anni di assoluto eroismo da parte del nostro popolo. Memoria eterna a tutti coloro che si sono alzati in difesa del nostro Stato e del nostro popolo, dando la vita perché l'Ucraina potesse vivere. Eterna gratitudine agli eroi caduti: la gratitudine dell'Ucraina, la gratitudine di tutte le nazioni libere", ha scritto sui suoi social il presidente ucraino. "Questo deve essere l'anno per l'inizio di una pace vera e duratura". Putin non ci darà la pace in cambio di qualcosa, dobbiamo vincere la pace con la forza, la saggezza e l'unità", ha aggiunto il presidente ucraino, parlando al summit con i leader occidentali in visita a Kiev.

Ancora incerto il futuro degli accordi con Washington sulle terre rare: tuttavia, il team ucraino e americano sarebbero nelle fasi finali dei negoziati per l'accordo. Lo ha dichiarato la vicepremier Olga Stefanichyna, in un post su X. "I negoziati sono stati molto costruttivi, con quasi tutti i dettagli chiave finalizzati", ha aggiunto. Nonostante i recenti scontri a distanza tra il presidente ucraino e l'omologo americano, si dovrebbe quindi chiudere l'accordo che darebbe a Washington l'accesso ai minerali critici ucraini in cambio dello scudo americano.

Intanto, i leader europei si stringono attorno a Kiev. Il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez, il primo ministro canadese Justin Trudeau, il presidente lettone Edgars Rinkevics, il presidente lituano Gitanas Nauseda e il primo ministro estone Kristen Michal sono arrivati ​​subito dopo Costa e von der Leyen. Nella capitale si trovano anche altri leader, tra cui il presidente finlandese Alexander Stubb, il primo ministro danese Mette Frederiksen, il primo ministro norvegese Jonas Gahr Stoere, il primo ministro islandese Kristrun Frostadottir e il primo ministro svedese Ulf Kristersson. Anche Boris Johnson, ex primo ministro del Regno Unito, ha annunciato il suo arrivo. "Sono orgoglioso di essere qui a Kiev nel terzo anniversario dell'invasione di (il presidente russo Vladimir) Putin.

Rendo omaggio al continuo eroismo del popolo ucraino nel resistere a un vile atto di aggressione immotivata e respingo categoricamente le bizzarre falsità che vengono attualmente diffuse sulle origini di quella guerra", ha detto Johnson su X.

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