L’attentato di ieri con i droni esplosi sulla cupola del Cremlino, che secondo la Russia aveva come obiettivo quello di eliminare fisicamente Vladimir Putin, riapre il dibattito sulle contromisure prese dal presidente russo per evitare di finire vittima di un’azione terroristica mossa contro di lui dai suoi nemici. Mosca ha dichiarato che Putin non si trovava nei locali dov’è avvenuta l’esplosione nella notte tra martedì e mercoledì e sui possibili responsabili di questo attacco è già partita la corsa alla speculazione. Ma lo spostamento in una località sicura (un bunker o addirittura un’altra residenza) non è l’unico asso nella manica del nuovo “Zar”.
I sosia di Putin
L’altro “segreto” di Vladimir Vladimirovich Putin sarebbe il ricorso ai sosia. Se n’è scritto con toni quasi di leggenda – perché in fondo, non essendoci alcuna conferma, un po’ lo è –, in particolare dall’inizio della guerra in Ucraina. Il capo di Stato russo ha dei sosia? Kiev ne è certa e lo ha ripetuto ogni qualvolta Putin è stato visto lontano dalle mura della sua fortezza. Lo sospetta il consigliere del governo Anton Geraschenko, che dopo la doppia visita del presidente russo a Sebastopoli e Mariupol, arrivate a 24 ore di distanza dall’incriminazione della Corte Penale Internazionale dello scorso 17 marzo, ha fatto circolare delle immagini che mostrerebbero tutte le difformità fisiche tra il vero Putin e l’uomo di cui si è avvalso il Cremlino, evidentemente per scopi propagandistici, nella città occupata del Donbass. “Che cosa succede al mento di Putin?”, si domanda nella didascalia Geraschenko, mettendo in risalto alcune differenze nell’ampiezza del sottogola tra i tre Putin raffigurati nell’immagine: quello originale (a Mosca) e i due sosia spediti al fronte.
Qualcuno ha voluto addirittura azzardare delle analisi biometriche, dai cui dati sarebbero emerse delle notevoli discrepanze. “Ha almeno 3 sosia che si sono sottoposti a interventi di chirurgia plastica per somigliare all’originale”, sostiene il falco degli 007 di Kiev Kyrylo Budanov. Ad alimentare questa teoria a dir poco cinematografica ci ha pensato il capo del consiglio di sicurezza di Zelensky, Oleksiy Danilov. “Putin è spaventato”, ha commentato il funzionario ucraino dopo il viaggio dello “Zar” a Kherson avvenuto intorno a metà aprile. "Per comunicare con il vero Putin bisogna trascorrere almeno 10-14 giorni in quarantena. Lì non c'era Putin, ma un suo sosia, ne ha più di uno”, ha continuato, rilanciando anche l'idea che il presidente russo abbia sviluppato una fobia verso il contatto umano a causa del coronavirus.
La cicatrice e la replica del Cremlino
A suffragare la tesi dei suoi oppositori ci sarebbe poi una strana cicatrice alla gola che appare lampante nei video in cui il presidente russo celebra la messa della Pasqua ortodossa. Il quotidiano tedesco Bild ha preso in esame tutte le divergenze raccolte sul web ed è giunto a questa conclusione: i lobi delle orecchie sono diversi, la distanza tra gli occhi e la bocca è sbilanciata, ma soprattutto la statura non è la stessa: “L’uomo del Cremlino è alto 1.70 m e indossa scarpe super costose fatte a mano con un tacco molto alto, mentre la sua copia usa scarpe basse”.
Il Cremlino ha respinto con forza (e anche con un filo di ilarità) queste accuse: "Probabilmente avrete sentito che Putin ha molti sosia che lavorano al suo posto mentre lui siede in un bunker. È un’altra bugia”, ha detto ai giornalisti il portavoce Dmitry Peskov. Ma non è un’ipotesi assurda. Sui leader paranoici come Vladimir Putin escono sempre queste storie verosimili. Soltanto che sono praticamente impossibili da verificare.
D’altronde, si dice che anche Adolf Hitler avesse dei sosia. Ma l'auspicio del "boss" del Cremlino è che il destino non gli riservi lo stesso epilogo del dittatore nazista, suicidatosi insieme alla sua amante nel bunker della Berlino assediata dai sovietici.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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