Incursioni, pressioni internazionali e preparativi per l'offensiva: cos'è successo tra Israele e Hamas

L'Idf ha lanciato nella notte una serie di raid per eliminare obiettivi di Hamas e recuperare gli ostaggi. Ue e Onu hanno criticato l'ordine di evacuazione del nord di Gaza e l'Iran è tornato a minacciare l'intervento delle milizie filo-sciite degli Hezbollah

Incursioni, pressioni internazionali e preparativi per l'offensiva: cos'è successo tra Israele e Hamas
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L'ottavo giorno di guerra tra Israele e Hamas è iniziato dopo una notte di operazioni congiunte tra l'aviazione e le truppe di terra dell'Idf, che hanno alternato incursioni di terra e bombardamenti a tappeto. Il bilancio dei morti israeliani è rimasto stabile a 1.200, mentre le vittime palestinesi sono 1.900. L'Unione europea ha triplicato gli aiuti umanitari a Gaza e il primo ministro Benjamin Netanyahu ha visitato i soldati al fronte: "Siete pronti alla prossima fase?"

Ultimatum, arresti e incursioni: Israele prepara l'operazione di terra

Verso sera, l'Idf ha comunicato di aver completato i preparativi per una "significativa operazione di terra" all'interno della Striscia di Gaza. L'offensiva sarà strutturata in un attacco congiunto dal mare, dalla terra e dall'aria. In mattinata, le autorità di Tel Aviv hanno esteso un nuovo invito alla popolazione palestinese nel nord dell'exclave di lasciare le loro case tra le 10 e le 16: "Per la vostra sicurezza, approfittate del breve tempo per spostarvi a sud, da Beit Hanoun a Khan Yunis. Se tenete a voi stessi e ai vostri cari, andate a sud come vi è stato detto. Siate certi che i leader di Hamas si sono presi cura di sé stessi e si stanno riparando dagli attacchi nella regione".

Nel corso della giornata, inoltre, è stato arrestato uno dei membri storici del vertice di Hamas, lo sceicco Adnan Asfur, catturato in un raid delle forze israeliane in Cisgiordania. Un altro bersaglio eccellente eliminato dalle forze dell'Idf è stato Ali Qadi, comandante dell'unità d'elite "Nukheba" ucciso nel corso dei blitz notturni.

I terroristi hanno risposto agli attacchi dell'Idf con lanci di razzi contro le comunità vicine alla Striscia di Gaza. Le sirene sono suonate ad Ashkelon, Tel Aviv e nelle regioni centrali del Paese.

Critiche, pressioni e minacce internazionali

L'Unione europea e l'Onu hanno pesantemente criticato Israele per l'ordine di evacuare il nord della Striscia di Gaza. L'alto rappresentante dell'Ue per la politica estera Josep Borrell ha definito impossibile "immaginare di poter spostare un milione di persone in 24 ore in una situazione come quella di Gaza non può che essere una crisi umanitaria". Le Nazioni Unite hanno espresso una posizione simile e hanno invitato lo Stato ebraico a cambiare idea, considerando che il numero degli sfollati nell'exclave è salito a 423mila persone.

Gli Stati Uniti hanno riconfermato il loro supporto all'offensiva israeliana, compresa l'operazione di terra, sottolineando che lo Stato ebraico ha "la necessità, il diritto e l'obbligo" di rispondere alla minaccia terroristica di Hamas nel modo che ritiene più opportuno. Pressioni, invece, sono arrivate dalla Germania. Il cancelliere Olaf Scholz ha riferito di essersi consultato con il premier Netanyahu per "evitare una conflagrazione e l'intervento di Hezbollah" nel conflitto. Una posizione, questa, che ha trovato d'accordo entrambi i leader.

L'Iran è tornato a muovere le sue minacce a Tel Aviv, sottolineando che "la Resistenza annuncerà l'ora zero per dare una risposta decisiva al regime" se la comunità internazionale non fermerà Israele.

Il ministro degli Esteri di Teheran Hossein Amirabdollahian ha dichiarato in una conferenza stampa a Beirut che le forze degli Hezbollah "sono ben preparate a rispondere, al punto che cambieranno l'attuale mappa dei territori occupati".

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