"Non pubblicate i video dei raid russi". Ma Zelensky mostra le città bombardate in Ucraina

Nuova giornata di bombardamenti nel sud del Paese. Il ministro dell'Interno ucraino invita la popolazione a non condividere le immagini dei bombardamenti, ma Zelensky pubblica i filmati sui suoi account

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky alla Cattedrale della Trasfigurazione di Odessa dopo i bombardamenti russi del 23 luglio scorso.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky alla Cattedrale della Trasfigurazione di Odessa dopo i bombardamenti russi del 23 luglio scorso.
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La guerra in Ucraina è passata alla storia per essere il primo conflitto raccontato in diretta minuto per minuto sui social network. Questo aspetto ha i suoi pregi (permette di geolocalizzare molto più facilmente un evento), ma presenta anche parecchi difetti, spesso risultando controproducente. Il governo di Kiev ha saputo approfittare dell'infinito spazio informativo online con una sapiente propaganda che ha ribaltato gli equilibri della cyberwarfare fino al 2022 dominata da Mosca grazie alle sue armate di utenti dispiegati sulle principali comunità di internet. A un anno e mezzo dall'inizio delle ostilità, tuttavia, le autorità ucraine continuano a invitare i loro cittadini a non pubblicare i filmati degli attacchi russi nel Paese.

La "stretta" di Kiev sui video pubblicati online

Dopo i raid di oggi a Kherson e a Kryvyi Rih (la città natale del presidente Volodymyr Zelensky), il ministro dell'Interno Igory Klymenko si è scagliato contro coloro i quali hanno registrato e diffuso le immagini dei bombardamenti, poiché favorisce il nemico sul fronte comunicativo. "Più di 17 mesi di guerra totale. E c'è ancora chi fa il gioco del nemico riprendendo e pubblicando quasi in diretta i filmati dei bombardamenti. I propagandisti russi sono molto contenti dei vostri contenuti. Per coloro che ancora non capiscono la minaccia delle loro azioni, glielo spiegheremo personalmente: con il Codice penale in mano", si legge sul canale Telegram di Klymenko.

Peccato però che il primo a pubblicare tali video sia stato Zelensky sui suoi account social seguiti da decine di milioni di persone in tutto il mondo. "Negli ultimi giorni, il nemico ha attaccato ostinatamente le città, i centri urbani, bombardando oggetti civili e abitazioni. Ma questo terrore non ci spaventerà e non ci spezzerà. Stiamo lavorando e salvando la nostra gente", ha scritto il capo di Stato ucraino.

Arresti e inchieste: le linee guida dell'esercito contro la fuga di notizie

La circolazione in rete di questi filmati rischia di avvantaggiare la Russia, che così può raggiungere l'obiettivo dei missili lanciati contro le infrastrutture civili: intimidire la popolazione colpendone il morale. Ma non solo. Talvolta la diffusione incontrollata di foto e video può fornire involontariamente informazioni utili ai belligeranti. A maggio i servizi segreti ucraini hanno arrestato sei blogger residenti a Kiev che hanno immortalato le difese aeree impegnate a intercettare e abbattere i vettori russi, mostrando in particolare i sofisticati sistemi Patriot occidentali in azione.

Nelle ore successive i filmati delle telecamere di sorveglianza, nel frattempo disattivate dai servizi di sicurezza, sono stati ripresi dai principali canali filorussi che hanno rilanciato la falsa notizia secondo la quale i Patriot sarebbero stati distrutti dall'aviazione di Mosca. L'Sbu ha aperto un'inchiesta contro i sei che adesso rischiano fino a otto anni di carcere con l'accusa di "diffusione non autorizzata di informazioni sull'invio, il trasferimento di armi, armamenti e forniture militari in Ucraina, il movimento, il trasferimento o la collocazione delle Forze armate dell'Ucraina o di altre formazioni militari costituite in conformità con le leggi dell'Ucraina, commesse sotto la legge marziale".

L'esercito ucraino ha spiegato in un secondo momento in un comunicato che non può essere condiviso il seguente materiale:

  • Foto e video dei lanci dei missili di difesa aerea;
  • Foto e video delle posizioni delle attrezzature di difesa aerea;
  • I vostri pensieri su quali armi ucraine possono essere posizionate dove e quali oggetti coprire;
  • Quante unità di equipaggiamento sono state viste o lanci di razzi sono stati uditi.

La motivazione fornita dai militari ucraini è che le forze russe potrebbero sfruttare tutte queste informazioni come "intelligence", per "tracciare il percorso dei missili e aggirare la contraerea" oppure per "perfezionare gli attacchi contro le difese aeree". Lo scopo dunque è presto detto: proteggere le truppe a qualsiasi costo, evitando le insidiose trappole digitali in cui chiunque può ingenuamente cadere. Soprattutto i russi, come è capitato al comandante Stanislav Rzhitsky, ucciso mentre faceva jogging.

La sua colpa? Aver pubblicato su Strava, un'applicazione usata in Russia per il fitness, i suoi itinerari a piedi e in bicicletta. L'ironia del destino: tra i profili che avevano messo mi piace c'era anche quello di Kyrylo Budanov, il capo dell'intelligence militare ucraina.

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