"Quanti ebrei devono morire?". L'ex premier israeliano Lapid contro la sinistra globale

Il capo dell'opposizione si è scagliato contro la sinistra ultra-liberale e i "social justice warriors", accusandoli di seguire i loro sentimenti e di ingorare la realtà dei fatti

"Quanti ebrei devono morire?". L'ex premier israeliano Lapid contro la sinistra globale
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Yair Lapid, ex primo ministro israeliano e attuale capo dell’opposizione, ha scritto un lungo thread su X (ex Twitter), in cui si scaglia contro quella che definisce “l’estrema sinistra globale”. Parole al vetriolo e un attacco durissimo a coloro che, da una parte all’altra del mondo, si sono sempre eretti a paladini dei diritti di tutti, ma che nel conflitto in corso in Terra Santa si sono schierati con Hamas.

Tre domande per l’estrema sinistra globale. Ecco la prima: quanti ebrei devono morire prima che smettiate di incolparci per qualunque cosa accada?”. Fin dalle prime battute, le parole di Lapid sono pesanti come macigni. “Quel sabato buio di due settimane fa ne sono stati uccisi 1.400. Di quanti altri avete bisogno? 10mila? Sei milioni?”. L’ex premier si permette anche un po’ di macabro sarcasmo sull’Olocausto: “Gli ebrei fanno sempre così, non è vero? Tirano fuori l'Olocausto per poter affermare di essere le vittime. Non funziona. Per voi sei milioni sono solo un numero. Come 1.400”.

Questo guardare alle vittime come semplici cifre, secondo Lapid, protegge dalla verità perché “in questo modo non dovete pensare alle persone che stanno dietro al numero. Alla nonna che è stata uccisa con la nipote autistica che amava Harry Potter. Non c'è bisogno di pensare ad Abigail. Ha tre anni. Hamas l'ha rapita a Gaza. Chi rapisce una bambina di 3 anni? Cosa ne faranno di lei?”. L’ex premier si chiede anche come sia possibile che vi sia qualcuno che protesta a sostegno di coloro che hanno compiuto un atto del genere.

Il thread prosegue con la seconda domanda, una secchiata d’acqua gelida per chi ha deciso di guardare e commentare la guerra tra Israele e Hamas usando il paraocchi. “I vostri sentimenti vi esentano dal conoscere i fatti? Capisco che stiate sentendo la sofferenza dei palestinesi, la sentite veramente, è un sentimento forte. Ma davvero non avete alcun interesse per la realtà dei fatti?". Lapid ne elenca alcuni, come il fatto che Hamas non supporti la soluzione a due Stati perché il suo obiettivo è la creazione di un califfato islamico senza ebrei, e che i terroristi della Striscia impiccano i gay. “Ai 'Queer for Palestine' non interessa Ahmed Abu Marakhia, un giovane palestinese gay che è riuscito a fuggire in Israele ma è stato rapito da Hamas, ucciso e il suo corpo mutilato?”.

Per quanto la riguarda, le mie parole sono una fastidiosa manipolazione che è meglio ignorare”, continuano i post. “Vi prometto che sarete in grado di trovare altri fatti che si adattano meglio ai vostri sentimenti, ma saranno sbagliati”. Questo perché, come spiega Lapid, Hamas e l’Iran concentrano molte risorse nella diffusione di disinformazione online, costruita appositamente per intercettare gli utenti che si identificano nella sinistra ultra-liberale: “La loro propaganda vi sentire bene, ma vi consiglio comunque di verificare perché a Gaza non ci sono persone trans, nemmeno una”.

Si arriva, infine, alla terza domanda: “Sapete che esiste una risposta semplice alle prime due domande? C'è un motivo per cui state protestando contro di noi in questi giorni e, come tutto il resto, deriva dai sentimenti”. Sentimenti che, per stessa ammissione dei famosi social justice warriors molto presenti negli Stati Uniti, vengono considerati più importanti della realtà.

L’ultimo post di Yair Lapid è una stoccata diretta proprio a questi soggetti: “Al contrario di tutto ciò che pensate di voi stessi, tutto quello che dite sul non vedere il colore della pelle, sull’essere umani, paladini dei diritti e tutto il resto, avete un altro tratto della personalità: siete antisemiti. So che pensate di non esserlo, ma lo siete”.

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