Dalla Polonia è arrivato un nuovo allarme per un possibile conflitto tra Nato e Russia nel prossimo futuro. Secondo il premier Donald Tusk, “la guerra non è più un concetto del passato”. Nella sua prima intervista con i media internazionali del consorzio Lena, il capo del governo di Varsavia ha sottolineato che è “la prima volta dal 1945 che ci troviamo in una situazione del genere” e che l’Europa sta scivolando in una fase “prebellica”.
“So che sembra devastante, soprattutto per i più giovani, ma dobbiamo abituarci mentalmente all'arrivo di una nuova era”, ha aggiunto il primo ministro. “Non sto esagerando. Sta diventando ogni giorno più evidente”. Tusk ha anche messo in evidenza il fatto che non sono stati esclusi gli scenari in cui Kiev potrebbe perdere la guerra: “Abbandoniamo i 'se'. Il nostro obiettivo principale deve essere quello di proteggere l'Ucraina dall'invasione russa e di tutelare la sua indipendenza e integrità. Il destino dell'Ucraina è soprattutto nelle nostre mani. Non mi riferisco alla sola Polonia o all'Ue, ma all'intero Occidente". Il premier ha poi espresso la sua convinzione secondo cui l’Unione dei 27 debba fare ancora molta strada prima di essere pronta a questo scenario drammatico.
Sull’impreparazione della Comunità europea ha insistito anche l’ambasciatrice polacca in Italia Anna Maria Anders, figlia del generale vincitore della battaglia di Cassino durante la Seconda guerra mondiale. "La debolezza dell'Europa incoraggia Vladimir Putin a essere ancora più aggressivo", ha dichiarato la diplomatica durante un’intervista all’Adnkronos. “La guerra continua e la paura della Russia non è irrazionale. Credo che conoscere la storia possa aiutare a comprendere il modus operandi della Russia. Possiamo certamente aspettarci un'escalation e una crescente disinformazione”. Secondo l’ambasciatrice, ormai arrivata a fine mandato, l’Ue dovrebbe sposare il motto latino “si vis pacem, para bellum” (se vuoi la pace, preparati alla guerra), perché “Vladimir Putin capisce solo il linguaggio della forza”. Anders si è anche scagliata contro coloro che sostengono l’idea di fare concessioni allo zar riguardo all’Ucraina, sottolineando come sarebbe un incoraggiamento per il leader del Cremlino a portare avanti ulteriori azioni belliche.
La diplomatica di Varsavia ha indicato anche l’estensione del potenziale di deterrenza dell’Unione e l’aumento degli investimenti nel settore della difesa come le uniche vie per scoraggiare Mosca dall’intraprendere un conflitto armato con la Nato. “In Polonia spendiamo già quasi il 4% del Pil per questo scopo”, ha spiegato, aggiungendo inoltre che i 27 dovrebbero aumentare i loro sforzi nel contrastare la disinformazione russa che mira a “stancare le nostre società”. Per quanto riguarda la possibilità ventilata dal presidente francese Emmanuel Macron di inviare soldati occidentali nel Paese invaso, Anders ha ribadito che “non c'è alcuna decisione della Polonia di inviare truppe nel territorio ucraino. Riteniamo che oggi non si debba speculare sul futuro, se ci saranno circostanze che cambieranno la nostra posizione. Oggi è cruciale fornire il massimo sostegno possibile allo sforzo militare dell'Ucraina”.
Alla retorica, le autorità di Varsavia hanno affiancato anche azioni concrete. Nella notte tra il 28 e il 29 marzo, la Polonia ha fatto alzare in volo i suoi aerei da combattimento in risposta a un pesante attacco russo alla rete energetica dell'Ucraina, per garantire la sicurezza dei propri cieli. "Nella notte c'è un'intensa attività da parte dell'aviazione a lungo raggio della Federazione Russa associata ad attacchi missilistici su obiettivi situati nel territorio dell'Ucraina", hanno riferito le forze armate.
"Sono state avviate tutte le procedure necessarie per garantire la sicurezza dello spazio aereo polacco". Domenica 24 marzo, un missile della Federazione ha superato i confini del Paese invaso e ha sorvolato i territori di Varsavia per 39 secondi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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