I tank israeliani sono entrati nel centro di Rafah

I carri armati di Israele sono stati avvistati vicino alla moschea Al-Awda, un punto di riferimento nel centro di Rafah. La situazione è sempre più delicata

I tank israeliani sono entrati nel centro di Rafah
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I carri armati delle Forze di difesa israeliane (Idf) hanno raggiunto il centro di Rafah. I mezzi di Israele sono stati avvistati nei pressi della moschea di Al-Awda, a tre settimane dall'inizio di un'operazione di terra nella città più meridionale di Gaza. Tel Aviv continua a martellare quest'area, come dimostrano gli ultimi blitz realizzati all'alba. Sono stati infatti segnalati bombardamenti dell'artiglieria che hanno preso di mira i minareti di diverse moschee nei quartieri Al-Saudi e Tal Al-Sultan. Al dossier militare si aggiunge il dramma umanitario che non sembra conoscere fine. I video pubblicati da attivisti palestinesi sui social media hanno mostrato l'inizio dello sfollamento di un gran numero di famiglie palestinesi dalla zona di Tal al-Sultan. Le scene mostravano un gruppo di donne, uomini e bambini che trasportavano i loro bagagli e camminavano verso le zone centrali della Striscia. Intanto, hanno riferito fonti straniere, l'espansione delle operazioni a Rafah renderà più difficili i negoziati sugli ostaggi e sul cessate il fuoco.

Cosa succede a Rafah

Le Idf hanno inviato una nuova brigata che si unirà alle altre 5 che sono penetrate a Rafah, secondo quanto annunciato dalla radio dell'esercito israeliano. Si tratta di una mossa considerata un'espansione dell'operazione militare in corso dal 6 maggio scorso. La Brigata Bislamach è entrata nella città lunedì, ed è la sesta brigata che combatte in quella zona. Conosciuta localmente come la scuola dell'esercito israeliano per le professioni di fanteria e i capisquadra in tempo di guerra, questa brigata è stata fondata nel 1974; i suoi soldati avevano precedentemente partecipato a combattimenti a Khan Yunis, nel sud di Gaza, e in altre località della Striscia.

La notizia dei tank entrati nel centro di Rafah è arrivata mentre le truppe dell'Idf, come detto, hanno continuato a operare nell'area durante la notte (e non solo). I soldati israeliani hanno operato lungo la Philadelphi Route, conducendo operazioni chirurgiche basate su informazioni di intelligence che indicavano obiettivi terroristici. Al momento i media israeliani riferiscono che non ci sono commenti da parte dell'Idf: i militari affermano che rilasceranno una dichiarazione sull'operazione a Rafah nel corso della giornata. Sul web circolano tuttavia vari filmati di Al Jazeera che mostrano i carri armatidi Tel Aviv avanzare verso il centro della città.

Secondo quanto riportato dalla Bbc, i carri armati israeliani hanno il controllo della rotonda di al-Awda, punto strategico nel centro della città di Rafah, a mezzo chilometro dal confine con l'Egitto sul lato sud. Nell'area in questione ci sono banche, sedi di istituzioni, aziende e negozi. L'operazione è stata segnata da intensi bombardamenti dell'artiglieria. La rete britannica ha citato anche la testimonianza di una persona che si è rifugiata con i familiari nell'ospedale emiratino, nella zona ovest della città, e che ha raccontato di soldati posizionati sul tetto di un edificio che domina la piazza e che vengono accusati di aver aperto il fuoco a ogni movimento.

Il dramma umanitario

Nelle ultime tre settimane un milione di palestinesi ha lasciato la città di Rafah. Secondo quanto comunicato dall'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei profughi palestinesi nel vicino oriente (Unrwa), ciò è accaduto senza un posto sicuro dove andare, tra bombardamenti, carenza di cibo e acqua e cumuli di rifiuti. L'agenzia scrive inoltre che "fornire assistenza e protezione è diventato quasi impossibile" nella Striscia di Gaza.

In mattinata, intanto, è stato segnalato un attacco israeliano nella zona di Al-Hashashin. Fonti locali riferiscono di 7 persone uccise e altre 6 ferite nel corso di un bombardamento. Un uomo palestinese che ha assistito all’attacco ha riferito ad Al Jazeera: "Era una zona sicura che si era riempita di tende e sfollati. Improvvisamente, un missile è caduto sull'edificio, che era stato costruito usando alcuni blocchi e tubi metallici.

Abbiamo visto persone per strada, sfollati e cittadini. Non c'erano combattenti o altro. Era una zona sicura". Questo nuovo attacco è arrivato 24 ore dopo il raid su un campo profughi, sempre a Rafah, che ha causato almeno 45 vittime.

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