"Vietati i viaggi dei piloti militari all'estero". Israele si prepara all'attacco dell'Iran

La direttiva è stata emessa dal capo dell'aeronautica, il maggiore generale Tomen Bar, a seguito di una nuova valutazione della situazione da parte della Idf

"Vietati i viaggi dei piloti militari all'estero". Israele si prepara all'attacco dell'Iran
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Le autorità israeliane si aspettano l’attacco dell’Iran entro giovedì. Mentre le linee guida per i civili non sono cambiate, le forze armate sono state messe in stato di massima allerta e, come ribadito più volte dai quadri dirigenti politici e militari, sono pronte a rispondere a qualunque minaccia. In particolare, secondo quanto riportato dal Times of Israel, agli ufficiali e sottufficiali dell’aeronautica è stato impedito di effettuare viaggi all’estero.

La direttiva, che non si applica alle reclute, è stata emessa dal capo della Iaf, il maggiore generale Tomer Bar, a seguito di quella che le Idf hanno definito come una nuova valutazione della situazione. Come già dimostrato nell’aprile scorso, le forze aeree saranno fondamentali per abbattere droni e missili che la Repubblica islamica lancerà durante la sua “vendetta” contro Israele per l’uccisione del capo dell’ufficio politico di Hamas Ismail Haniyeh a Teheran. Secondo i servizi di sicurezza di Tel Aviv e Washington, nell’attacco potrebbero essere coinvolti anche i terroristi di Hezbollah, il cui numero due Fuad Shukr è stato eliminato dallo Stato ebraico in un raid su Beirut.

Nel caso in cui la situazione dovesse precipitare, gli Usa hanno affermato che sosterranno l’alleato. Stando a quanto dichiarato dal Pentagono, il gruppo d’attacco della portaerei Uss Abraham Lincoln, che trasporta i jet da combattimento F-35C, e il sottomarino lanciamissili Uss Georgia sono diretti nel Mediterraneo orientale, per rafforzare il già presente strike group della Uss Theodore Roosevelt e aiutare nella difesa di Tel Aviv. Francia, Germania e Regno Unito hanno inoltre emesso una dichiarazione congiunta, in cui hanno chiesto all’Iran e ai suoi alleati di astenersi dall’attaccare Israele, per non compromettere “l’opportunità di concordare un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi”. I leader dei tre Paesi hanno anche sottolineato che, qualora Teheran dovesse procedere con i suoi piani, si assumerà tutte le responsabilità per aver messo a repentaglio le opportunità di pace e stabilità nella regione.

Riguardo ai negoziati, la dirigenza di Hamas ha respinto l’invito di Stati Uniti, Qatar ed Egitto a partecipare ad un nuovo round di colloqui, affermando che essi sarebbero inutili vista la presenza del piano Biden.

I mediatori speravano di colmare le lacune tra le due parti. Immediata l’accusa di Israele, secondo cui l’organizzazione terroristica palestinese avrebbe messo in scena una “mossa tattica” in vista dell’attacco dell’Iran.

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