Ha chiesto e ottenuto il ricongiungimento familiare con la moglie che vive a Milano e possiede da tempo la carta di soggiorno. Così Leonard K. - albanese, classe 1966 - qualche tempo fa ha presentato il kit alle Poste per avere, a sua volta, il permesso di soggiorno: nella sua situazione gli spetta, ne ha diritto. O quasi. Ieri mattina, quando si è presentato in via Montebello per la consegna del documento e per sbrigare le ultime pratiche, infatti, lalbanese ha avuto una spiacevole sorpresa: i poliziotti della squadra accertamenti dellufficio immigrazione - un nucleo creato appositamente per verificare e controllare questioni relative a pratiche controverse - lo aspettavano per mettergli le manette. Il motivo è semplice: il «signor» Leonard K. altri non è che un assassino, sfruttatore di prostitute con ben due ordini di esecuzione alle spalle e una decina di alias usati in tutta Italia per «confondere» le idee alla giustizia. È stata la comparazione delle impronte a smascherarlo. Anche se lui, da vero impunito, non ha esitato a presentarsi davanti alla polizia con il suo vero nome, come a voler dire: o la va, o la spacca.
Ecco dunque la storia «criminale» del signor Leonard. Che deve scontare due distinte condanne definitive. La prima, a 12 anni di carcere, è stato emessa nel 2003 dal tribunale di Bergamo dopo che il Nostro, nel 97, era risultato tra i responsabili di una sparatoria in un bowling di Mozzo (Bg) tra due gruppi rivali di albanesi sfruttatori di prostitute.
Inutile sottolineare che per il nostro amico si sono aperte le porte di San Vittore.
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