Manchester - Ore di fuoco fra le nevi del New Hampshire. Un candidato risale come per miracolo, un altro annaspa, per il terzo è un dramma. Dramma con lacrime. È capitato a Hillary Clinton, impegnata allo spasimo per cercar di ribaltare o almeno contenere il trend che negli ultimi giorni l’ha vista superata di slancio da Barack Obama.
È successo in un comizietto che doveva essere di tutto riposo, che non meritava neanche questo nome. Una sosta in un caffè di Portsmouth, sedici persone, presentate come «indecise», a prendere il caffè con la candidata e ad ascoltarla. Fin troppo rilassati, forse, e lei sicuramente troppo tesa. Aveva appena esposto uno dei suoi punti programmatici quando un’ascoltatrice le ha rivolto una domanda. Ahimè, questa domanda: «Come fa a essere sempre in ordine? Chi è il suo parrucchiere?». Una domanda da piangere. E a Hillary sono sgorgate le lacrime mentre cercava di rispondere con argomenti politici e anche sentimentali: «Alcuni credono che le elezioni siano un gioco, di sondaggi su chi sta sopra e chi sta sotto, ma c’è il nostro Paese in gioco, il futuro dei nostri figli, e noi, noi tutti insieme». «Alcuni di noi vanno là fuori e ci sono molte difficoltà, ma lo facciamo, ciascuno di noi perché abbiamo a cuore la patria».
Una reazione esagerata? Forse no, se si tiene conto del background. Quattro giorni prima la Clinton era stata inopinatamente superata nell’Iowa da ben due avversari. Il giorno prima i sondaggi avevano registrato un suo crollo anche nel New Hampshire, buttandola addirittura dieci punti sotto Obama. E poche ore prima si era diffusa la voce che Hillary meditasse di ritirarsi dalla contesa per la presidenza se non avesse vinto in New Hampshire. Una voce poco verosimile e certamente maliziosa, data anche la sua origine, il Mattdrudge Report, noto per la sua faziosità filorepubblicana. Ma pur sempre una voce da smentire. E la smentita non era apparsa sufficientemente recisa. «Tutte chiacchiere - aveva detto il portavoce del senatore di New York -: tireremo avanti qualunque cosa accada nel New Hampshire, nel Nevada o in South Carolina. Arriveremo fino al 5 febbraio», quando si terranno le primarie in 22 Stati contemporaneamente.
Hillary era apparsa già molto tesa durante il dibattito di sabato scorso, quando cercò di ingraziarsi Edwards contro Obama e fu invece bersaglio di un suo durissimo attacco. Uno dei «grandi», insomma, si è fatto male e nessuno dei concorrenti ha l’interesse né la voglia di aiutarlo. In campo repubblicano, per esempio, il candidato mormone Mitt Romney, che cerca di presentarsi come l’erede politico di Bush ma per riuscirci ha bisogno di vincere nel New Hampshire e in South Carolina, è stato oggetto di un vero e proprio colpo basso. I «soliti ignoti» hanno spedito per posta agli elettori repubblicani del South Carolina (uno Stato di elevatissima frequenza religiosa) una lettera con l’intestazione di un «tempio di Boston Massachusetts» in cui si ricorda ai buoni cristiani che «Dio ha molte mogli», presentando questa affermazione come dottrina ufficiale dei mormoni, mentre si tratta, a quanto pare, della frase di un discorso di uno degli «apostoli» della Chiesa dei Santi dell’Ultimo Giorno al tempo del dibattito sulla poligamia: «Abbiamo così chiaramente mostrato che Dio Padre aveva una pluralità di mogli, una o più delle quali era l’eternità, con la quale egli ha generato i nostri spiriti, così come lo spirito di Gesù e un’altra in cui ha generato il tabernacolo di Gesù». Il tutto con gli «auguri di Natale e buon anno della famiglia Romney».
La smentita è stata immediata e, anch’essa, irosa. Qualcuno ha dato subito la colpa ai sostenitori di Huckabee, impegnato in una dura polemica con Romney anche a proposito di Bush, di cui il predicatore condanna la politica estera «arrogante», mentre Romney lo difende perché «ha cercato di tenere l’America al sicuro».
Anche Huckabee ha naturalmente smentito, dopo avere definito i propri sostenitori «l’armata di Dio». Istantanea dei sondaggi per il voto di oggi: fra i democratici Obama 40%, Clinton 29, Edwards 18; tra i repubblicani McCain 32, Romney 26, Huckabee e Giuliani 13.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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