Hockey, Vipers a una passo dalla leggenda

La compagine ha cambiato volto ma resta favorita

Francesco Rizzo

Il basket è in cerca di identità, il volley è appena rinato, il rugby offre più di un derby ma nelle serie minori: chi a Milano vuole scudetti che non riguardino il calcio, tolga il cappotto dalla naftalina e torni all'hockey su ghiaccio. Gli ultimi cinque titoli sono andati ai Vipers - cugini di quel Saima che nel 1991 riportò in città un titolo che mancava da trent'anni - e il 3 ottobre riparte il campionato, anche se il numero di squadre (9) impone un turno di riposo a rotazione e il primo spetta al Milano, che debutterà il 7 a Feltre con l'Alleghe e in casa il 10 con il Brunico. Ma i Vipers non aspettano: stasera all'Agorà di via dei Ciclamini appuntamento con il Memorial Trapanese contro il Fassa (20.30, incasso in beneficenza), mentre sabato e domenica, sulla stessa pista, spazio alla Supercoppa con Cortina, Alleghe e Renon.
Cinque scudetti, si diceva: solo il Cortina dei ruggenti '60 ne ha inanellati tanti, cucirsi il sesto sarebbe un record. I Vipers lo inseguono con una squadra che, rispetto alla finale 2006, ha meno uomini, qualche veterano, qualche volto nuovo. Addio, fra gli altri, a Daniel Tkaczuk, miglior realizzatore della passata stagione, a capitan Busillo, ritiratosi e ai due Molteni, i gemelli bocconiani costretti a scegliere tra lavoro e hockey. A gennaio potrebbe rivedersi Justin Peca, intanto i tifosi ritrovano lo svedese Eriksson in porta, la coppia altoatesina Borgatello-Helfer in difesa, Felicetti e i due Ryan, Christie e Savoia, in attacco. Con loro Mario Brian Chitarroni, 39enne paisà dell'Ontario, nuovo capitano.
Sei i nuovi acquisti, con l'esperienza dell'americano Jeremiah McCarthy in difesa e la regia del canadese Blake Evans, accanto a ragazzi come il furetto oriundo Daniel Sisca. E poi c'è la storia speciale di Michele Strazzabosco, il corazziere di Asiago che ha avuto la chance di provare a guadagnarsi un contratto con Buffalo della Nhl, il massimo campionato Usa. Se non realizzasse il miracolo, potrebbe tentare la sorte in una lega minore oltreoceano o tornare a Milano.
Squadra corta, comunque, perché i giocatori italiani sono pochi e difficili da ingaggiare. Per gli allenamenti, i Vipers attingeranno dall'under 26.

«Abbiamo un vivaio con 150 ragazzi - spiega Ico Migliore, general manager rossoblù - il problema è dove farli giocare: abbiamo trasferito parte dell'attività al PalaSesto, a Milano la situazione è critica. Mi appello al Comune: serve un impianto pubblico». E così torna l'idea di ripristinare la pista del Saini. Battaglia più difficile del sesto scudetto.

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