Housing, sostenibilità, Olimpiadi La città dei sogni? No, del futuro

Housing sociale, periferie, sostenibilità, Olimpiadi, secondo polo turistico. C’è tutta la Roma del futuro nelle parole di Gianni Alemanno, che ieri ha partecipato alla Fiera di Milano al convegno di apertura di Expo Italia Real Estate. «Roma - spiega Alemanno - ha grandi stime e potenzialità di investimento. Questa è l’inizio di una sorta di road show, andremo in giro per il mondo a vendere queste grandissime opportunità di trasformazione urbana, che sono grandi investimenti per il privato, ma anche occasioni di un salto qualitativo per la città».
Naturalmente la priorità assoluta è dare una casa a tutti. Obiettivo che sarà perseguito nei prossimi anni con un mix di strategie. Tra cui quattro bandi presentati ieri a Milano, che si aggiungono all’intesa con il ministero della Difesa per la valorizzazione degli immobili militari dismessi: uno per i cambi di destinazione d’uso di fabbricati non residenziali, grazie al quale si stima che si realizzeranno così 1200 alloggi); uno per i cambi di destinazione d’uso di aree non residenziali, che prevede di realizzare circa 1950 alloggi sociali; uno per il recupero di aree ed edifici degradati o dismessi, definiti dal Comune «relitti urbani», che potrebbe «mobilitare» un totale di circa un milione di metri quadri edificabili; il quarto riguarda l’assegnazione delle aree extra-standard, di proprietà comunale, nei piani di zona del secondo Peep (piano per l’edilizia economica e popolare), che porterà alla realizzazione di circa 2400 alloggi sociali. Il Campidoglio conta anche di operare su cinque aree dismesse dall’Atac (le tre rimesse di San Paolo, Vittoria e Tuscolana e le aree del Centro Carni e dell’Ostiense), con lo scopo di recuperare parte dei manufatti di interesse architettonico, di sostituire le strutture di minore interesse con nuovi edifici e di costruire nelle zone inedificate: la posta in gioco è una superficie di 11 ettari con 150mila metri cubi di capacità insediativa.
Alemanno a Milano ha anche annunciato una serie di referendum consultivi che saranno sottoposti nella prossima primavera ai romani, su scelte di fondo come: la periferia può crescere in altezza?. «Secondo me - butta là il sindaco - è un tabù che va rotto. Si tratta di una mia opinione personale, poi ci dobbiamo consultare in consiglio comunale e con tutte le forze sociali, economiche e culturali della città e coi i cittadini».
Al fondo di tutte queste ambizioni c’è anche il sogno olimpico del 2020. Alemanno è convinto che la sostenibilità potrebbe essere l’asso nella manica della capitale per ottenere i Giochi: «Il parco fluviale del Tevere sarà l’unica grande opera pubblica da realizzare ma permetterà anche di recuperare la funzione del proprio fiume rendendolo molto vivibile. Tutto si inserisce nella cornice di un grande progetto di sostenibilità per Roma. Questo è l’elemento qualificante della candidatura, ma anche un volano per cogliere gli obiettivi del 20/20/20 indicati dall’Europa».
Naturalmente questa messe di progetti richiedono molti soldi. Ma la scommessa, dice il sindaco, «è fare in modo che questo avvenga utilizzando fondi privati.

È un momento in cui ci sono poche risorse per le opere pubbliche, quelle poche devono essere utilizzate soprattutto per la mobilità. Noi siamo convinti che la leva immobiliare, se ben utilizzata, posso permettere di attrarre risorse private in grado di trasformare la città».

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