da Washington
Come possiamo definire Mike Huckabee: un Don Camillo della prateria o il Quinto Cavaliere dellApocalisse? Il primo accostamento vien subito spontaneo a chi è colpito dallo stile delluomo, dalla centralità in lui di un buon senso cristiano, dalla fede coniugata con la cordialità e il senso dellumorismo. Se andasse in Italia a fare dei comizi lo chiamerebbero così. Il secondo accostamento è prettamente americano, teologico e letterario. Mike Huckabee, ex governatore dellArkansas, aspirante alla candidatura repubblicana alla Casa Bianca, in crescita impetuosa nei sondaggi da qualche settimana, considerato oggi come oggi il favorito nel primo test del 3 gennaio in Iowa, ha ricevuto lappoggio ufficiale dei due autori di un libro curiosamente straordinario: un romanzo in 12 volumi per un totale dunque di 5mila pagine in cui si racconta lApocalisse, dai primi segni delle Tribolazioni alla vittoria finale del Bene. Il tutto assolutamente aderente alla lettera del Libro delle Rivelazioni, lo scritto attribuito a Giovanni di Patmo e che chiamiamo comunemente Apocalisse.
È una storia che coinvolge molti sulla Terra e qualcuno anche in Cielo, che ha venduto oltre 60 milioni di copie e che comincia con il «rapimento», quello dei prescelti da Dio per salvarli dai tempi orrendi che verranno (I volume), continua con lincarnazione dellAnticristo in un segretario generale dellOnu di origine romena e termina (XII volume) con lo sterminio dei cattivi a colpi di mitra in una grande battaglia in cui pare coinvolto personalmente Gesù. Gli autori sono un pastore e un specialista di «studi biblici», che trovano evidentemente in Mike Huckabee vedute e prognosi simili alle loro. È un intervento che caratterizza un candidato anche se non lo determina. In fondamentalisti «evangelici» non sono concordi sui candidati repubblicani: cè perfino un predicatore famosissimo che preferisce Rudy Giuliani, passando sopra alle sue due pecche di essere cattolico e un tantino troppo laico. Di tutte queste tormentose visioni non vi è traccia nel tratto e nel linguaggio di Huckabee. Don Camillo prevale nettamente. Huckabee sorride sempre, anche quando fulmina gli avversari, anche quando tira al suo concorrente Mitt Romney, che è mormone, una frecciata del genere «Ma i mormoni non sono quelli che credono che Gesù e il Diavolo sono fratelli?».
Questo candidato va in giro per lAmerica con un alter ego, un attore un tempo famoso e tuttora assai noto, Chuck Norris, che presenta con una simpatica iperbole: «Quando Chuck fa una flessione non è che si tiri su: spinge giù la terra». Unispirazione in più per Huckabee, convertito ardente al fitness, che comincia le sue giornate con da 6 a 10 miglia di jogging (così ha perduto 50 chili, su consiglio di un medico che pare non si sia limitato a dirgli che era obeso ma ha anche aggiunto «e sei brutto») e la lettura di un capitolo dal Libro dei Proverbi. E alcune delle sue «uscite» in campagna elettorale sono diventate subito proverbiali. Huckabee si definisce, ed è, un conservatore. Ha in programma, come il «libertario» Ron Paul, labolizione dellimposta sul reddito e la chiusura dellufficio imposte federale, però definisce anche «club degli avidi» un centro studi conservatore e liberista che propugna la diminuzione delle tasse per accelerare la crescita delleconomia. È più a destra di George Bush, ma lo accusa di «arrogante mentalità da bunker che ci danneggia in tutto il mondo e ci rende più vulnerabili». Tuona, come fanno tutti i candidati, repubblicani e democratici, contro gli immigranti illegali, propugna soluzioni come la costruzione di un muro ma poi come governatore dellArkansas ha concesso ai figli degli immigrati illegali sconti per frequentare luniversità perché, dice, «è il miglior modo di integrarli».
Predica e pratica lausterità di stampo biblico veterotestamentario, incluse le correzioni corporali in famiglia, tuona contro limmoralità dei nostri tempi, ma poi si esibisce come chitarrista rock sui palcoscenici delle sagre paesane, con una preferenza per le musiche dei Pink Floyd. Ma si appella allAmerica profonda con un discorso fondamentale che è e resta integralista e fondamentalista. Non vuol sentir parlare della teoria dellEvoluzione. Sostiene che la Bibbia deve andar letta e obbedita alla lettera, respingendo tutte le interpretazioni storiche, allegoriche e teologiche. Non contiene neppure un errore di stampa. Lha letta tanto che è capace di mettere dentro fino a otto episodi in un solo paragrafo di un suo sermone. Lui ci aggiunge il sale delle battute agili.
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