I cacciatori: «I caprioli abbatteteveli voi»

Doppiette in sciopero: «Basta indossare i panni dei cattivi anche su scelte non nostre»

da Torino

Dopo giorni di polemica contro l’abbattimento selettivo di 600 caprioli in esubero in Piemonte, adesso sono i cacciatori a protestare. Perché dobbiamo passare per carnefici anche quando le scelte sono politiche e non ci appartengono? Perché dobbiamo fare sempre noi il gioco più sporco? E perché dobbiamo essere il bersaglio preferito di un ambientalismo estremo? Sembrano questi gli interrogativi che hanno fatto prendere una decisione inaspettata: non parteciperanno all’abbattimento dei caprioli che da giorni hanno conquistato le pagine dei giornali.
Le doppiette a partire dal prossimo 24 agosto, data di apertura della campagna di abbattimento selettivo di centinaia di animali, non apriranno il fuoco. Lo ha annunciato il presidente della Federcaccia del Piemonte, Gianfranco Francisetti, dopo la conferma da parte della giunta regionale subalpina del piano di abbattimento dei caprioli. E lo sciopero bianco dei cacciatori sarà esteso, secondo quanto annunciato da Federcaccia, a tutte le regioni d'Italia.
Nel comunicato in cui annunciano l’astensione della caccia agli ungulati spiegano che non s'impegneranno nella cattura «di specie selvatiche numericamente in esubero, dannose per l'agricoltura e pericolose per la viabilità». «Gli ingenti danni che produrranno - aggiungono le doppiette - dovranno quindi essere pagati dallo Stato e dalle Regioni». Una scelta polemica contro «l'ingiustificata e tendenziosa criminalizzazione del mondo venatorio - spiega Francisetti - attuata con la diffusione di notizie non rispondenti al vero, quale la prossima e, secondo gli animalisti-ambientalisti, illegittima strage di cuccioli di capriolo. Siamo stufi di questa ingiustificata e tendenziosa criminalizzazione del mondo venatorio».
Alle battute per l'abbattimento dei caprioli possono, peraltro, partecipare soltanto i cacciatori a cui viene rilasciata l'abilitazione dopo la frequenza di un apposito corso. Ma il 24 agosto prossimo i cacciatori non spareranno e potrebbero, è una minaccia ventilata, non partecipare neppure alle battute al cinghiale.
La Regione, però, difende la licenza di «uccidere».

«Si tratta di un prelievo selettivo che viene effettuato sulla base dei censimenti della fauna selvatica», spiega un funzionario del settore Caccia e Pesca «e che riguarda anche cervi, camosci, cinghiali. Forse l'iniziativa è stata fraintesa, per cui è nato un clamore ingiustificato».

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