Dopo i cori contro i napoletani, Salvini si dimette

Dopo il video sul deputato del Carroccio mentre canta a Pontida polemiche da Pd e Pdl. Lui lascia il seggio. E attacca ancora: "Non mi scuso con nessuno. Il seggio? Vado a Strasburgo"

Dopo i cori contro i napoletani, Salvini si dimette

Chi di rima ferisce... Era un fiume in piena, ieri sera, quasi un’esondazione di parole, perfino bipartisan, la profluvie di reazioni politiche (rimuginate fin troppo), ma anche soltanto «umane» (quindi più istintive e sincere) suscitate dal greve stornello sui napoletani, certo degno di miglior causa, intonato tra una birra e un’altra dal deputato leghista Matteo Salvini all’ultimo raduno di Pontida.
Così, dal coro di indignazioni più o meno di maniera, o per dovere di schieramento, l’uscita della napoletanissima collega di An, Alessandra Mussolini, è emersa forse come quella che sarebbe bastata per chiuderla lì e senza abusare dello scontatissimo termine «razzismo». Per mandare insomma a dire al parlamentare del Carroccio, in un idioma che indubbiamente lui conosce bene, un bel «Salvini, muchela!», che ambrosianamente parlando significa «piantala lì».
Perché al dolcestilnovistico verseggiare salviniano - «senti che puzza, scappano i cani, sono arrivati i napoletani...» - la Mussolini ha replicato anch’essa in rima. Versi sulfurei, quasi vesuviani e soprattutto squisitamente partenopei: di cuore, più che di testa, proprio come il leggendario pernacchio di Eduardo De Filippo: «Hei Matteo, tu sei curioso, porti l’orecchino e sei invidioso, lavati la bocca prima di parlare, sei un pezzente e non ci scocciare».

Tutto il resto, purtroppo, è noia. «Salvini non smette di stupirci: dopo le carrozze della metro per soli lumbard, ora il video contro i napoletani», reagisce prevedibilmente Vinicio Peluffo, del Pd, aggiungendo una richiesta di dimissioni «da consigliere comunale, da deputato, da parlamentare europeo, ha solo l’imbarazzo della scelta». Dimissioni di Salvini - da lui del resto presentate già ieri dalla Camera per motivi tecnici, ovvero la sopravvenuta e incompatibile doppia carica a Strasburgo - chieste anche dal dipietrista Nello Di Nardo per il quale «le sparate del sedicente onorevole sono diventate insopportabili perché come parlamentare offende la Costituzione e la dignità delle persone». Mentre un altro esponente dell’Italia dei valori, il neo-eurodeputato ed ex magistrato Luigi de Magistris, rincara la dose affermando che «Salvini andrà a rappresentare in Europa il corrispondente volto razzista e xenofobo della Lega Nord, di cui non è solo esponente politico, ma vero e proprio figlio “culturale”».

Tirato per forza di cose in ballo, visto che fino alle dimissioni annunciate ieri, Salvini ricadeva come parlamentare sotto la sua competenza istituzionale, il presidente della Camera Gianfranco Fini ha dichiarato di non aver visto il video incriminato uscito su You Tube e rilanciato poi dal sito de la Repubblica, ma ha reso noto che convocherà il parlamentare del Carroccio chiedendogli di scusarsi. Mentre il vero e unico capo supremo di Salvini, il senatore Umberto Bossi, ha liquidato lapidariamente il caso. A modo suo: «Tutte stronzate, dovrebbe dimettersi per come canta male». Deiezioni derubricate invece dall’eurodeputato del Carroccio, Mario Borghezio, al rango di «intermezzo goliardico».

Per conto di un

evidentemente imbarazzato Pdl, è intervenuto uno dei tre coordinatori del partito, Ignazio Larussa: «Sono sicuro che stava scherzando, basterebbe chiedere scusa. Certo - ha poi chiosato - è una storia che fa girare le scatole».

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