I fogli rossi tifano per gli autisti «neri»

da Milano

Compagni tassisti, non disperate. Se il governo vi perseguita, l’Unione (per una volta unita) vi condanna e il garante degli scioperi minaccia multe e precettazioni, c’è ancora qualcuno a sinistra che si ricorda di voi. E si lancia in dotte analisi che sembrano prese fresche fresche dai bei tempi andati della lotta al governo Berlusconi.
A lanciare strali contro «il rischio di una liberalizzazione selvaggia del mercato del lavoro» e «della creazione di oligopoli che fanno cartello e gestiscono il mercato con ben altro potere corporativo rispetto alla situazione attuale» sono infatti il Manifesto e Liberazione, bandiere editoriali della sinistra estrema.
Forse nessuno ha informato i direttori delle due testate che anche Rifondazione comunista e il Pdci fanno parte dell’esecutivo con un ministro a testa. E che Bersani, ideatore della riforma, è un Ds. Partito, fino a prova contraria, ancora di sinistra. Eppure sulla prima pagina del Manifesto l’editorialista Galapagos va giù duro: il decreto Bersani porterà «a una precarizzazione dei tassisti», allo «sfruttamento esasperato dei lavoratori» e forse a «rivolte clamorose come accadde a New York».


Vede nero anche Ugo Boghetta, commentatore di Liberazione: «La liberalizzazione è una nube tossica». E i tassisti, «anche se in maggioranza votano a destra» vengono colpiti «in maniera arbitraria da un aumento delle licenze».

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