I giudici annullano la maxicondanna ai colossi del fumo

La Corte suprema della Florida ha annullato oggi la maxicondanna emessa da una corte di grado inferiore contro i colossi del tabacco. Le multinazionali delle sigarette erano state condannate a pagare danni punitivi per 145 miliardi di dollari nell'ambito del caso Engle. La sentenza rischia di avere ora effetti sismici sull'intero settore perché costituisce un importante precedente a favore dei colossi del tabacco. Sull'onda dell'importante vittoria in tribunale, il titolo di Altria (casa madre della Philip Morris) è schizzata al rialzo del 6% mentre la rivale Reynolds guadagna il 5,1 per cento. Philip Morris Usa e le altre quattro grandi società del tabacco portate in tribunale - R.J. Reynolds Tobacco, Lorillard Tobacco, Brown & Williamson Tobacco e Liggett Group - non dovranno dunque pagare i 145 miliardi di dollari in danni punitivi ai fumatori della Florida, come la sentenza esemplare del luglio 2000 aveva deciso. La più alta corte dello stato infatti ha ribaltato quel verdetto, rifiutando di confermare l'enorme risarcimento che, secondo le società, le avrebbe costrette al fallimento. Con un voto unanime, i giudici della corte suprema della Florida hanno dunque supportato la sentenza della corte d'appello del maggio 2003, che aveva definito il verdetto del 2000 «eccessivo». L'industria del tabacco vede così svanire il più grande rischio finanziario mai derivato da una causa legale nei loro confronti. La causa era stata presentata nel 1994 da un gruppo 700mila fumatori della Florida. La «class action», la prima nella storia a richiedere un risarcimento per i danni alla salute causati dal fumo, era stata guidata da Howard Engle, pediatra di Miami Beach affetto da enfisema polmonare. Il complicato processo era stato suddiviso in più fasi.

Nel 2000 la giuria aveva deciso che le cinque società citate avevano ingannato il pubblico sui reali rischi del fumo, decidendo un risarcimento compensatorio di 12,7 milioni per Engle e altri due querelanti, e 145 miliardi in danni punitivi per i membri della «class action». Ieri tutte queste condanne sono state annullate.

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