Assolto. Manca la prova per sostenere che Marcello Dell’Utri tentò di estorcere a Vincenzo Garraffa, ex patron della pallacanestro Trapani, la metà della sponsorizzazione da 1 miliardo e 700 milioni delle vecchie lire che Publitalia 80, di cui era presidente, aveva concesso alla squadra sportiva. Così i giudici della prima Corte d’Appello di Milano hanno motivato la sentenza con la quale il 20 maggio scorso hanno prosciolto il senatore del Pdl dall’accusa di tentata estorsione con il boss mafioso Vincenzo Virga ai danni di Garraffa.
Dalle indagini era emerso che dopo una prima richiesta economica di retrocessione di parte della sponsorizzazione fatta da Dell’Utri a Milano a Garraffa, quest’ultimo ricevette a Trapani la visita di Vincenzo Virga (detenuto per altra causa, ndr) e di un secondo boss mafioso Michele Buffa per convincerlo a pagare. Per i giudici milanesi effettivamente Dell’Utri "mobilitò due mafiosi del calibro di Virga e Buffa affinché Garraffa rispettasse gli impegni ma si può ritenere che il presidente di Pubblitalia avesse scelto i due personaggi per tentare di risolvere la vertenza non tanto o non solo in ragione della loro "mafiosità" quanto per la loro intensa precedente frequentazione con Garraffa".
"Il quadro probatorio acquisito non consente di considerare raggiunta la prova al di là di ogni ragionevole dubbio - scrivono i giudici che si sono occupati del proceso d’appello tris sulla vicenda - che la visita incriminata fosse finalizzata e idonea a incutere timore per coartare la volontà della parte offesa, per indurla al pagamento ingiusto, lasciando ampio spazio al’ipotesi alternativa che tale visita avesse rappresentato un tentativo di interposizione mediatoria di Virga non ostile a Garraffa effettivamente volta ad "aggarbare" (conciliare n.d.r.) la vertenza tra Garraffa e Pubblitalia".
In Tribunale nel 2004 Dell’ Utri era stato condannato a 2 anni, confermati nel 2007 dall’Appello. Nel 2008 la Cassazione annullò l’Appello, ordinandone uno nuovo.
Qui i giudici nel 2009 ritennero il tentativo di estorsione "incompiuto" perché seguito da una "desistenza volontaria" di Dell’ Utri, a carico del quale restava il reato di "minaccia" ma coperto da prescrizione. Ma nel 2010 la Cassazione, su ricorso del pg Isabella Pugliese, aveva annullato il proscioglimento, ordinando un terzo appello concluso, appunto, con una sentenza di assoluzione per Dell’Utri e Virga.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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