I mille trucchi per spennare l’automobilista

La morale è una sola: colpire chi si muove in auto (ma anche su qualunque altro veicolo a motore) è molto, troppo facile. Quanto accaduto nel Casertano è solo l'ultimo esempio in ordine di tempo, non certo l'ultimo in assoluto di come sia facile spillare soldi agli automobilisti. Ma l'aspetto più amaro di queste vicende si trova nel fatto che ad approfittarsene non siano solo privati o società senza scrupoli, ma sempre più spesso amministrazioni locali. E non esiste più alcuna isola felice. Ecco allora che per chi si appresta a compiere un ipotetico viaggio dalle Alpi alla Sicilia l'itinerario si trasforma in un'impresa alla Indiana Jones, con trappole e trabocchetti da superare per arrivare indenni a destinazione. In pratica non esiste un solo metro di strada sicuro, dato che Autovelox e T-Red hanno dimostrato da tempo di essere insidiosissimi, se utilizzati con finalità truffaldine (ci sono inchieste aperte in centinaia di comuni). Installazioni di rilievo della velocità al limite della legalità, in tratti caratterizzati da limiti esageratamente bassi e tempi troppo brevi della luce gialla tra il verde e il rosso dei semafori rappresentano troppo spesso la norma, come dimostrano decine di indagini.
Ma non basta, perché l'astuzia di amministratori senza scrupoli ha portato a clonare le centraline, il cuore elettronico dei rilevatori per postazioni create ad arte per sanare le casse comunali. Si tratta di pericoli distribuiti in modo piuttosto uniforme su tutta la Penisola, la certezza arriva dalle decine di indagini già concluse e da quelle che non tarderanno a essere annunciate. I rischi maggiori si corrono sulle strade extraurbane, terreno ideale per gli agguati, ma anche le città non scherzano, come dimostrano Roma e Milano, dove la fantasia non ha limiti. Nella Capitale non mancano segnalazioni di inesistenti passaggi sotto le telecamere delle zone a traffico limitato. E le sanzioni partono automaticamente, raggiungendo anche ignari automobilisti di altre regioni, che con la loro auto non sono mai passati per Roma. In Lombardia, invece, sono arrivati a inviare cartelle esattoriali per il pagamento di infrazioni relative a soste vietate mai notificate.
E per convincere a pagare si minaccia il fermo amministrativo del veicolo, una misura non prevista per questo genere di problemi. Ma al proprietario dell'auto non resta che pagare, e poi chiedere il rimborso. Con queste premesse le centinaia di chilometri autostradali sorvegliati dal Tutor che controlla la velocità media diventano una passeggiata. Ma nella corsa a ostacoli verso sud non è il caso di abbassare la guardia, dato che se si passa indenni tra le maglie degli Enti si può avere a che fare con i più tipici esempi di truffe all'italiana.

Che possono presentarsi sotto forma di distributori truccati, che erogano meno carburante di quanto pagato, di carri attrezzi fantasma, con tariffe superiori a quelle standard (circa 100 euro per ogni uscita, con trasporto fino a 20 chilometri di distanza), per non parlare dei classici venditori di «pacchi», che offrono gadget elettronici a prezzi stracciati, ma in realtà rifilano scatole contenenti mattoni o simili.

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