I monopattini di nuovo nel mirino

Dal primo settembre lo stop nella Ville Lumière. Il referendum di Parigi scatena il dibattito politico. Ma per la giunta è un tabù. Il sindaco Sala e l'assessore alla Mobilità Arianna Censi non hanno voluto commentare

Foto di archivio
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È un rapporto difficile quello di Mino con i monopattini. Fatto di amore e odio, entusiasmo durante la pandemia quando i mezzi elettrici rappresentavano un'ottima alternativa all'auto e ai mezzi pubblici, un'arma a doppio taglio quando usati male e in modo inappropriato, come dimostra l'alto tasso di incidentalità (uno al giorno). Se la sindaca di Parigi Anne Hidalgo, guru delle politiche green della giunta Sala, coraggiosamente promuove un referendum tra i suoi cittadini sull'uso dei monopattini in sharing, a Milano l'argomento è tabù, con sindaco e assessore alla Mobilità Censi che non vogliono commentare. Forse temendo che i milanesi, capita l'antifona, comincino chiedere a gran voce un referendum sulla mobilità dolce.

I nodi riguardano da sempre il mancato rispetto delle regole, per quanto riguarda parcheggi e Codice della strada, da parte degli utenti e gli incidenti gravi. Nell'ottobre 2020 quando la Procura aveva scoperto alcune società che avevano messo in circolazione più monopattini di quelli consentiti, Sala aveva tenuto la linea: «Rimango della mia idea: i monopattini possono essere uno strumento utile durante la pandemia, ma va fatta ancora vigilanza e osservazione prima di allargare le autorizzazioni. Rimane anche il fatto che se non autorizzassimo le società di sharing, e i cittadini se li comprassero da soli, saremmo punto e a capo».

Nel settembre 2021 quando un ragazzino a Sesto San Giovanni era morto in seguito alla caduta dal monopattino, il primo cittadino di Sesto san Giovanni, Roberto Di Stefano, aveva firmato un'ordinanza per ridurre i limiti di velocità e istituire l'obbligo di indossare il casco sulla scia del documento di Firenze, bocciato poi dal Tar. «Io sono tra quelli che da più tempo sollecitano una regolamentazione - aveva detto Sala- . Se questo non avverrà, è evidente che le città dovranno trovare una loro formula». Su questo fronte il governo si sta attivando con una modifica al Codice della Strada che porterà all'obbligo del casco e della targa per i monopattini.

Così chiede regole più stringenti i rappresentanti del centrodestra: «Se persino da Parigi, capitale europea del progressismo ambientalista, spesso citata da Sala come esempio, arriva un sonoro stop all'uso dei monopattini nelle strade, direi che qualche riflessione debba farla anche Palazzo Marino - commenta Marco Bestetti, consigliere comunale e regionale (FdI) -. La giungla di monopattini abbandonati ovunque e di utenti che sfrecciano pericolosamente in barba alle regole del Codice della Strada impongono una stretta. Che non significa vietare l'uso di questo mezzo, ma evitare l'attuale anarchia». L'assessore regionale alla Sicurezza Romano La Russa invita il Comune a riflettere: «L'uso sconsiderato dei monopattini ha chiaramente provocato una crescita degli incidenti: dal 1° giugno 2020 ad oggi, secondo i dati Areu, a Milano ci sono stati 1.746 incidenti su monopattino, che hanno richiesto l'intervento dei soccorritori. L'allarme riguarda non soltanto il numero dei sinistri ma anche le loro conseguenze che comprendono, nella maggior parte dei casi, traumi cranici anche gravi come hanno confermato i dirigenti dell'Asst Niguarda. Un costo anche sociale che andrebbe valutato».

Anche gli ambientalisti più convinti come Carlo Monguzzi, riconoscono l'anarchia che regna per strade e marciapiedi della città: «Va affrontato il disagio che anche a Milano traspare - ammette Carlo Monguzzi dei Verdi -. I monopattini sono un formidabile strumento di mobilità dolce, pulito, maneggevole e silenzioso, ma come tutte le cose va usato nel rispetto delle altre persone, nei luoghi deputati. Per questo è necessaria una forte campagna di informazione e seri controlli».

Contesta lo strumento del referendum Marco Mazzei ciclista e consigliere della Lista Sala: «Credo che i monopattini dovrebbero essere tra le scelte che un'amministrazione attua senza necessità di ricorrere a un referendum: la mobilità dovrebbe essere un elemento della politica di un'amministrazione che ha un certo modello di città in mente».

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