Vittorio Mathieu
La congettura è confermata: gli attentatori sono cittadini inglesi, nati ed educati in Inghilterra. Questa conferma dovrebbe indurci a riflettere su che cosa sia il terrorismo, che cosa sia lIslam e sulla loro congiunzione come «terrorismo islamico». Pare che secondo la Bbc tale locuzione sia politicamente scorretta: se questo fosse davvero il pensiero della Bbc si dovrebbe concludere che chi pensa a nome della Bbc non capisce niente. Il vero nemico, in questa guerra asimmetrica, non sono affatto i musulmani, ma è l'Islam impersonale.
Dal marxismo non abbiamo imparato molto, ma una cosa labbiamo imparata: a distinguere il nemico «soggettivo» dal nemico «oggettivo». I marxisti non vedevano il pericolo maggiore, ad esempio, nel capitalista che sfrutta a viso aperto il proletariato; lo vedevano, anzi, nel capitalista buono, che si interessa al benessere dei suoi dipendenti e così li corrompe.
Inventarono la categoria del nemico «oggettivo», che ha un'effettiva capacità d'interpretare talune situazioni. A mia volta ho imparato a vedere un nemico «oggettivo» nel comunismo, pur restando personalmente amico di più di un comunista e ammirandone alcuni per la loro moralità (anche se loro non l'avrebbero chiamata con quel nome).
La situazione è del tutto analoga rispetto all'islamismo: non perché Islam e comunismo abbiano qualcosa in comune (anzi, sono nemici irriducibili), ma perché dobbiamo imparare a vedere nell'Islam un nemico «oggettivo», anche se restiamo personalmente amici di molti islamici e perfino ammiratori di qualcuno di loro. Nei musulmani che si abbandonano ad atti di guerra dobbiamo vedere dei nemici e trattarli come tali, indipendentemente da un'ostilità psicologica, anche quando nella loro psiche vi sia odio. Essi non odiano noi, bensì la miscredenza. E se, affidandosi alla volontà di Allah, non possono fare a meno di uccidere un bestemmiatore o di collocare bombe, dimostrando così che Allah è grande, nel sottofondo rimane in loro un pensiero caratteristico: «Personalmente mi dispiace ma sono costretto a farlo». («Sono costretto», si badi, non «ho il dovere di»: Allah attua direttamente ciò che vuole).
Perché ignorare che l'Islam è un nemico «oggettivo» è come mettere la testa sotto la sabbia? Perché l'Islam si costituì così per volere di Allah.
Per accorgersene basta leggere il Corano. La religione coranica nasce per opposizione: dice di essere l'autentica fede di Abramo, ma vi afferma contro la degenerazione dell'Antico Testamento e contro la perversione dell'Alleanza nel Cristianesimo, che giunge a bestemmiare parlando di una «trinità» divina.
Dal nostro punto di vista potremmo anche interpretare l'Islam come un'eresia antitrinitaria, ma dal loro il nostro credo di apostati è una bestemmia. Per questo il Corano attesta continuamente la grandezza di Allah con lo sterminio di carovane di ebrei; e l'Islam storico, oltre a negare qualsiasi diritto agli infedeli quando si espande in Africa e in Asia, si afferma sulle coste del Mediterraneo in opposizione ai cristiani.
Per fortuna i musulmani non sono tutti veri credenti: è stato calcolato che solo l'uno per cento si affida senza riserve ai voleri di Allah. E un sano scetticismo impedisce ai più di credere che i voleri di Allah si comunichino attraverso i mullah. I musulmani si moltiplicano anche perché la loro religione è facile da capire e da praticare. Impone certi obblighi, ma a titolo di «consigli», più che di comandi.
La stragrande maggioranza ne approfitta per vivere in pace e fare i fatti suoi. Qualcuno perfino per pensare con la propria testa, con risultati eccellenti. Ma quel che esprime autenticamente l'Islam (cioè affidarsi ciecamente a Dio) è quell'uno per cento.
Se, attraverso libere elezioni, avessimo modo d'imporre il buon senso a quella minoranza, il terrorismo cesserebbe. Ma introdurre la democrazia anglosassone in quei Paesi non è facile e forse è utopistico.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.