Lo stragista della finanza facile, quell’istrionico Madoff dei Parioli che promise guadagni da favola e assicurò un fallimento epocale da duecento milioni, vanta sul suo personalissimo curriculum vittime molto illustri. Vip (Very ingenuous people), nobili, professionisti, attoroni e attorucoli: chi più chi meno, ci hanno lasciato la zampa fior di personaggi del bel mondo romano. In questi giorni, i depredati sfilano in malinconico pellegrinaggio davanti al tribunale, raccontando il sanguinoso raggiro subìto dal finanziere bidone.
Nonostante l’Italia sia ormai un Paese di Robespierre, che sogna solo forca e vendetta per ricchi e privilegiati, non è un bell’ascolto. Non è bello sentire di tanti euro finiti in cenere nel breve giro di pochi mesi. Non è bello godere dei rovesci altrui. Nemmeno dei rovesci di chi gode dei rovesci altrui. Nell’ultima udienza tocca a Sabina Guzzanti, comica cattivista, alternativa e disobbediente. In dieci anni, a partire dal ’99, l’artista affida oltre 500mila euro al guru delle palanche. Dal 2008, con l'arrivo della grande crisi, il rapporto fiduciario frana nella rovina: 150mila la perdita secca. E adesso è qui, chiamata a testimoniare, con la forte sensazione «di sentirsi pure un’imbecille». Prima di lei sfila David Riondino, anch’egli attore comico, 450mila la sua seccante perdita. Dal loro racconto, oltre alla giusta rabbia per le porcherie subite dagli stregoni della finanza creativa, emerge un grande rimpianto: è finita in fumo, confessano, la loro idea regina da bravo figlio, farsi una pensioncina per la vecchiaia. Viste da qui, dal limbo dell’italiano medio, dove tutto è mediocre, scontato, insignificante, dove i valori di casetta e pensione restano prioritari, benché grigi e alienanti, come i comici aggressivi e scapigliati hanno sempre denunciato e caricaturato, svergognato e demolito, viste da qui queste amare testimonianze suonano quasi più comiche dei loro monologhi.
Confessiamolo senza tanti sensi di colpa, anche se magari non è proprio politicamente corretto: già l’idea che un certo genere di antagonisti dello spettacolo, così corrosivi e spietati contro i nostri poveri stili di vita e di pensiero, non avessero esitato a consegnare le proprie fortune a finanzieri spregiudicati - altro bersaglio molto caro nei monologhi rivoluzionari - , tra l’altro con la dichiarata intenzione di farle fruttare all’estero (e quindi scudate), esattamente come tanti cumenda e tanti squali dell’imprenditoria italiana con due piedi nei paradisi fiscali, ecco, già questo suonava abbastanza imbarazzante, fuori posto e fuori ruolo.
Sentendoli in televisione e a teatro, al cinema e nelle piazze, noi della borghesia piccina e banalotta li immaginavamo impegnatissimi nel sociale, o comunque nel ruolo coerente di investitori etici, mezzo patrimonio in Bot patriottici e mezzo a finanziare gli impianti di desalinazione nella sventurata area sahariana.
Adesso apprendiamo che non solo le sostanze erano investite negli stessi canali della borghesia negletta, ma pure i sogni e le aspirazioni, quella pensioncina per una vecchiaia tranquilla, tanto ridicolizzata negli skatch che smontano il pensiero debole dell’uomo comune. Magari, un giorno, chissà, si sarebbero concessi anche lo sfizio della Ferrari.
Come i calciatori e come i piccoli cumenda brianzoli. Se solo quel fetentissimo Madoff de noantri non avesse buttato tutto a mare... Il bilancio è disastroso: i feroci grilli parlanti della satira ci hanno rimesso molti soldi, ma più che altro anche un po’ la faccia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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