Identikit della prossima donna: tacchi, pelliccia e maglieria

La settimana di sfilate di MilanoModa si è conclusa disegnando un look aggressivo e lussuoso. Risultato: l’inverno sarà in gonna e tendente al blu

Paola Bulbarelli

da Milano

Alla fine la storia è questa. Per la prossima stagione fredda prepariamoci ad avere un corpo a prova di aderenze, belle gambe da esibire sotto le mini, seni all’altezza da intravedere tra le trasparenze. Nel concreto, nel guardaroba dell’inverno 2006-2007, non potranno mancare un pezzo di colore viola o blu, le tinte più usate da quasi tutti gli stilisti, un capo «storico» alla Napoleone (alti colli, stile impero), una pelliccia (perfetta anche vintage), le calze per lo più coprenti (per la gioia dei produttori), i tacchi (preferibilmente con zeppe) e berrettoni di lana o cappelli di pelo (un tormentone). Perciò un abito alla Paolina Bonaparte di Dolce e Gabbana, l’eskimo di Prada, un abito lungo da dea di Gucci, un vestito mini di Versace, una gonna a calice tempestata di cristalli di Armani, una camicia plissettata bianca di Ferrè, un cappotto di broccato oro di Cavalli, un piumino ricamato da ufficiale asburgico di Ermanno Scervino, il parka di astrakan tagliato con il gros di Alberta Ferretti, il cardigan con cappuccio e pelliccia di Blumarine, un miniabito in maglia e leggins di Missoni, una giacca da uomo di Max Mara. In una parola, lusso.
Lusso sfrenato nelle pellicce, nei dettagli, nelle mise davvero ricercatissime. Si sprecano le decorazioni, le passamanerie, i ricami, le applicazioni: più un capo è ricco, meglio è. E meglio è la gonna anche se i pantaloni ci sono sempre, stretti stretti o tagliati con le pinces, più alti in vita. Una vita che si alza pure nelle sottane. Perché la vita è quasi sempre segnata, da alte cinture e persino da bustini. Da Borbonese è così. Il tailleur-pantalone a vita alta si alterna al tailleur di vernice, il tubino di raso stretch allo chemisier di seta strizzato da una cintura di pizzo di camoscio. Di notevole fattura le pellicce tricottate ma anche i visoni e i cincillà allacciati con un foulard annodato e i giacchini da portare con gli abiti da sera. Colpisce quello verde (salvia brillante) in chiffon, il verde più bello di tutte le collezioni milanesi, che testimonia quanto Borbonese abbia puntato su uno chic prezioso che va dagli abiti agli accessori in coccodrillo tipo la nuovissima Rider Bag. Insomma, si potrebbe dire che gli stilisti fanno concorrenza ai pellicciai.
Da Gai Mattiolo ecco il bomber di pelliccia con le gonne mini e i completi argentati e la volpe di vari colori (dal blu al viola) sopra ad abiti di cristalli. La pelliccia è pon pon e manicotti da Anteprima, diventa coprispalle di visone da Love Sex Money che presenta una collezione iperfemminile con abitini di swarovski e velluto plissè. Una femminilità che si fa hollywoodiana da Luisa Beccaria con velluti dévoré, broccati stretch e stampe floreali fino agli abiti da sera in tulle avorio tramato d’oro e pizzo. Una femminilità più aggressiva da Gaetano Navarra con stivaloni di vernice e zeppe, bella maglieria rifinita con ruches all’uncinetto e pellicce dalle maniche di volpe e il davanti a stampa leopardo.
Una femminilità preziosa da Pringle of Scotland con maglie di cashmere da 10 fili lavorate a mano. Il potere delle donne in primo piano, insomma.

Con pantaslim e specer stretch da Paola Frani, con cappotto reversibile di Gigliola Curiel, con cinture sorrette da mani-scultura da Alessandro De Benedetti, con maglie straordinarie da Pierluigi Fucci, con abiti a stampa di Fragonard da Debora Sinibaldi, con tailleur in velluto e metallo di Sonia Speciale, con il montone k-way da mettere al posto del golf di Brunello Cucinelli. Una vera chiccheria.

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