Da immigrati e no global conto salato per Pisapia: sanatoria e no sgomberi

Mentre il neosindaco giura a Palazzo Marino, immigrati e centri sociali manifestano in piazza San Fedele: "Adesso subito la sanatoria e basta sgomberi". Cosa farà Pisapia?

Da immigrati e no global 
conto salato per Pisapia: 
sanatoria e no sgomberi

Milano - A pochi passi da Palazzo Marino è apparso uno striscione con la scritta "Che il vento spazzi via gli sgomberi". Un riferimento allo slogan elettorale "Il vento cambia davvero". Mentre Giuliano Pisapia giurava davanti al Consiglio comunale riunito per la prima volta, in piazza San Fedele l'associazione "Immigrati autorganizzati" e il centro sociale Cantiere hanno manifestato per chiedere conto al neo sindaco. "Sanatoria subito. Non siamo clandestini, siamo i nuovi cittadini". Questa la richiesta del corteo che ha consegnato a Pisapia una lettera per "spiegare come la legge Bossi Fini ci incateni al lavoro".

Centri sociali già in piazza Antagonisti e anarchici vicini al centro sociale Cantiere sono arrivati in piazza San Fedele per chiedere al Pisapia il blocco degli sgomberi e degli sfratti dalle case popolari. "La lotta per la casa non si ferma", recita uno striscione che hanno appeso sulla facciata della sede della banca Bnl. I no global del Cantiere hanno chiesto di "bloccare gli sfratti" dalle case popolari "e gli sgomberi", di "istutire subito una sanatoria per gli inquilini senza titolo (che sono occupanti per 'legittima difesa'), l'assegnazione delle 5mila case popolari vuote degli 80mila alloggi privati sfitti, l'adeguamento degli affitti ai redditi e la fine della s-vendita delle case popolari". Tra le richieste urgenti che gli antagonisti vogliono sottoporre al neo sindaco, anche la sostituzione dei vertici dell'Aler.

Il giuramento di Pisapia Era il terzo punto all’ordine del giorno ed è arrivato puntuale: Pisapia ha giurato di fronte ai componenti del consiglio comunale. "Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservare la carta costituzionale e le leggi dello Stato, e di adempiere al mio ufficio per il pubblico bene": questa la formula letta dal sindaco e arrivata dopo l’esame della condizione di eleggibilità degli eletti e la surrogazione dei consiglieri dimissionari che l’Aula è stata costretta a votare per alzata di mano. Il sistema di voto elettronico, infatti, ha deciso di dare forfait alla seduta inaugurale del parlamentino milanese. L’imprevisto ha provocato qualche momento di ilarità raccolto da Carlo Masseroli, che presiede il consiglio fino all’elezione del presidente da parte dell’Aula, che si è auto interrogato ad alta voce, domandandosi se avesse autorizzato il voto per alzata di mano e rispondendosi positivamente.

Basilio Rizzo presidente del Consiglio Basilio Rizzo è stato eletto presidente del consiglio comunale con 28 voti, mentre Riccardo De Corato ha ottenuto 15 voti e Marco Cappato 3. "Faremo un Consiglio comunale migliore - ha detto Rizzo - sono un uomo di parte, orgoglioso dei miei valori e delle mie bandiere ma oggi mi è stato affidato un incarico di garanzia, per tutti: la mia parte sarà allora la legge, la trasparenza, la correttezza amministrativa e mi impegnerò a tutelare di più la parte che pro tempore è alla opposizione". Nel suo discorso di insediamento Rizzo ha indicato la Costituzione repubblicana, fondata sul lavoro e nata dalla Resistenza, come simbolo da tenere sempre in vista nell’aula di Palazzo Marino, e ha citato come numi tutelari di Milano i cardinali Carlo Maria Martini e Dionigi Tettamanzi, per il loro slancio alla solidarietà e alla difesa degli esclusi. "Vorrei accrescere il ruolo di questo Consiglio - ha detto ancora Rizzo - farne il luogo principale delle discussioni e delle decisioni della città, un luogo che sappia attrarre l’affetto dei milanesi, fare di questo palazzo la casa che tutti i milanesi considerano propria, dove si viene qui per dire e per ascoltare, perché no anche per protestare ma sempre con l’orgoglio di sentirsi milanesi".

Anche don Colmegna in piazza Il "popolo arancione" che ha portato Pisapia alla vittoria è tornato in piazza per il primo Consiglio comunale davanti al maxi schermo allestito per l’occasione in piazza San Fedele. Anche la Sala Alessi, dove è stato posizionato l’altro schermo, si è riempita.

Tra i presenti a seguire da fuori il Comune i lavori d’aula ci sono anche il presidente della Casa della Carità don Virginio Colmegna e il coordinatore milanese di Sel Daniele Farina. Nel frattempo il ristorante Papà Francesco, in via Marino, ha iniziato a servire gratuitamente l’annunciato risotto arancione alla zucca, ideato appositamente da uno chef.

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