Immigrati, un muro per proteggere Padova

Fi: «Ma l’Unione non criticava il ghetto dei palestinesi?»

Matteo Sacchi

da Milano

Ottantacinque metri di acciaio speciale e bulloni. Una barriera anti sfondamento spessa quattro millimetri e alta tre metri che scende sino ad un metro e venti di profondità sotto il livello del suolo, in modo che non ci si possa scavare sotto, che non si possa piegarla, neanche scaraventandoci contro unìauto. Verrebbe da pensare al confine tra Israele e i territori dell'Anp. No, i primi sessantacinque metri, a cui se ne aggiungeranno presto altri venti, sono il bastione di Padova per difendersi da via Anelli, il suo rabbioso ghetto dell'immigrazione. Sono il cordone di sicurezza con cui una città di piste ciclabili e di caffè d'antan cerca di isolare il complesso «Serenissima», una fortezza di cemento che secondo alcuni ormai ricorda Mogadiscio: guerre di bande, inseguimenti a colpi di asce e coltelli.
Ma non si tratta solo di erigere, si tratta anche di abbattere. A qualche decina di metri di distanza è stata estirpata la lunghissima siepe del parcheggio dell’ipermercato Auchan. Quella era la linea di difesa degli spacciatori. Nascondevano la droga tra i rami, ci si acquattavano sotto. Ora c'è solo una spianata assolata, basta una pattuglia per sorvegliarla tutta nella sua tristezza d'asfalto.
Questo l'oggi, l'emergenza, con tre delle sei palazzine del «Serenissima» che devono ancora essere sgomberate e gli abitanti normali della via che, barricati in casa, telefonano alla polizia ogni volta che vedono i phusher al lavoro. Quanto al futuro, solo dubbi e paure. Alcuni dei fermati per gli scontri degli ultimi giorni sono subito stati rilasciati dal tribunale del riesame di Venezia, altri forse verranno rilasciati dopo Ferragosto. Anche molti ordini di carcerazione per reati di spaccio sono diventati, a causa dell'indulto, lettera morta prima di essere eseguiti.
Così l'amministrazione cittadina, dopo essersi inventata il muro, cerca altre soluzioni.
L'idea del sindaco, il ds Flavio Zanonato, è quella di affiancare i vigili urbani con del personale composto da extracomunitari. Secondo Zanonato «la questione è semplice: per governare un fenomeno bisogna conoscerlo. Se vedo uno che urla, non devo colpirlo con un manganello, bisogna capire cosa sta dicendo. E per farlo bisogna parlare la stessa lingua». Così dovrebbero entrare in servizio una sorta di «ausiliari della vigilanza», una via di mezzo tra il mediatore culturale e il vigile. Ovviamente dovrebbero essere immigrati regolari, ci vien da dire dotati di un certo sangue freddo, visto che avere a che fare con papponi e spacciatori non è proprio come mettere una multa di divieto di sosta su un lunotto. Di assumerli con concorso nella polizia municipale ovviamente nessuna possibilità, ma verrebbe impiegato il personale delle cooperative che danno lavoro agli extracomunitari.
Barriera e volontari però lasciano perplesso il governatore del Veneto Giancarlo Galan che parla di «Nuovo muro di Berlino» e accusa la giunta di aver abbandonato i progetti di risanamento che il centrodestra aveva approvato nel 2004. «Dov’era il centrosinistra padovano - si chiede - quando la sinistra italiana malediceva la barriera costruita dagli israeliani nel tentativo di difendersi dai terroristi islamici?».

«L’arroganza ideologica della sinistra - prosegue il governatore - è tale da concedersi il lusso politico di costruire un muro per separare il bene dal male». Anche perché molti cittadini onesti restano al di là del baluardo, prigionieri delle loro case.

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