Immigrati, tensioni e malori alle Poste

A Savona una donna rumena di 35 anni, dopo 4 ore d’attesa, è stata colpita da un ictus

Immigrati, tensioni e malori alle Poste

Chi prima arriva meglio alloggia». In Italia, in questo caso. Il vecchio detto è proprio stato preso alla lettera dagli immigrati che anche a Genova ieri hanno tentato di spedire alle poste la raccomandata con la domanda di regolarizzazione del permesso di soggiorno. Tutto, in realtà, è iniziato due giorni fa, quando Abdul si è accomodato davanti all’ufficio postale di piazza Tommaseo. Erano le ore 15,00 di lunedì. «Sono il primo, sono praticamente in coda da un giorno, avevano detto che sarebbe passata la Croce Rossa a portare almeno qualche bevanda calda ma non si è visto nessuno». Il criterio per ottenere uno dei 170 mila permessi di soggiorno del «decreto flussi» è semplice. Le «quote» saranno infatti assegnate in base all’ordine di presentazione delle domande; ordine stabilito dalla Poste stesse grazie ad una apparecchiatura elettronica. Ogni immigrato può infatti spedire 5 richieste e, secondo le previsioni, i primi 35 della fila possono avere qualche speranza di ottenere la «sanatoria». In realtà lo scopo del ministero degli Interni è quello di regolarizzare i lavoratori stranieri che risiedono all’estero ma che sono chiamati a lavorare in Italia. «Io faccio così: vado in patria e ritiro il nulla osta al Consolato e poi torno in Italia», racconta Samir. Insomma, questi 170 mila posti sono ambiti; a Genova le richieste sono state 4 mila 640, mille 835 ad Imperia, 2 mila e 67 a Spezia, 2 mila 364 a Savona. «Lavoro come badante da una signora, per ora è così ma il futuro è incerto; per questo il nulla osta mi farebbe comodo. Sono arrivata lunedì con tre coperte e questa seggiola». Ieri le code più lunghe si sono registrate alle poste centrali di via Dante, dove si sono verificati anche momenti di tensione. Lo sportello è stato aperto alle 14.30 e subito sono nate discussioni per due liste di precedenza: una era contenuta in un libro verde che è stato controllato dalla comunità ecuadoriana (secondo uno studio la più numerosa a Genova con più di 11 mila immigrati) e includevano oltre 130 persone, mentre altri immigrati, che sostenevano di essere i primi trenta arrivati, avevano un numero scritto con un pennarello su un foglio accompagnato dal numero dei kit. La polizia ha cercato di mantenere la calma ed ha transennato la coda (smaltita in tutti gli uffici in poco meno di un’ora), ma in ogni caso non si sono verificati gravi incidenti, con una pattuglia della Guardia di Finanza che sorvegliava tutte gli uffici postali: «Da ieri facciamo la spola, stiamo attenti soprattutto che non si verifichino risse per i posti». In molti pero’ hanno denunciato la mancanza totale di assistenza, specie durante la notte. «Sono in coda da lunedì alle 8 - ha detto un pensionato genovese, Renato B., 71 anni, che vuole regolarizzare una badante della Repubblica dominicana e ha fatto la coda fuori dell'ufficio di via San Fruttuoso - Dopo la mezzanotte c'era da battere i denti o prendersi una broncopolmonite. Eppure ho chiamato la protezione civile per chiedere che portassero un bus o delle coperte, ho lasciato il mio cellulare ma nessuno mi ha richiamato». L’episodio più tragico si è invece verificato a Savona dove per lo stress accumulato per la lunga attesa e forse per l'ansia di non riuscire ad ottenere la regolarizzazione, una donna di 35 anni di nazionalità rumena è stata colta da ictus ed è ricoverata in gravi condizioni in ospedale. La donna si trovava in coda da quattro ore davanti all' ufficio postale di via Ponchielli, nel quartiere savonese delle Fornaci, insieme al marito e a una sorella dalle 14,30. Poi c’è stato chi, invece, ha preferito dirigersi direttamente nell’entroterra. L’ufficio di Davagna solitamente vuoto ma ieri autorizzato a raccogliere il «kit», si è trovato con una lunga fila fuori dalla porta. Sempre meno lunga rispetto a quella di piazza De Ferraris, dove alle 14,30, orario d’apertura, si contavano già duecento persone.
E, in questa strana giornata ligure, non sono nemmeno mancati episodi curiosi. A Camporosso, in provincia di Imperia, i carabinieri della compagnia di Ventimiglia sono anche dovuti intervenire per avvisare un gruppo di immigrati africani che si erano messi in coda davanti all'ufficio postale sbagliato.

Intorno alle 23 di lunedì i militari hanno visto l' assembramento di stranieri davanti all' ingresso di un ufficio postale a Camporosso Mare, che però non era stato abilitato a fornire il kit per la regolarizzazione. Hanno capito che si trattava di un errore e così hanno avvertito i presenti che hanno evitato di trascorrere inutilmente una notte all' addiaccio.

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