Imprese beffate I disoccupati che non «scaldano» la sinistra

di Ferruccio Repetti

Undici anni di lotta per salvare l’attività e i posti di lavoro (mica pochi: centinaia!). Ma soprattutto undici anni di promesse. Non mantenute. Da parte delle istituzioni locali, par condicio, di destra e di sinistra. E l’avventura continua: c’è almeno un’altra dozzina di aziende di Sampierdarena, con decine di dipendenti, che hanno resistito fino all’ultimo, a prezzo di bilanci in rosso, pur di non abbassare le saracinesche e mettere sul lastrico lavoratori e relative famiglie, ma ora non ce la fanno più e decidono di chiudere i battenti.
Potrebbe essere questa la sintesi estrema - e mai forse definizione di «estrema» fu più appropriata - della vicenda che coinvolge le imprese sfrattate per la ristrutturazione del «nodo di San Benigno».

Opera meritoria, per carità, riconosce Fabio Costa, leader del «Comitato per la difesa delle imprese di Sampierdarena» che si è costituito nel momento in cui è arrivato l’avviso di trasferire l’attività per lasciare il posto ai cantieri. «Ma chi in quest’area ha lavorato per tanti anni, con sacrifici notevoli - sottolinea Costa - e se ne deve forzatamente andare, si sarebbe aspettato un minimo di considerazione da parte delle autorità pubbliche. (...)

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