Roma - "Non mi lascio intimidire". Dopo le indiscrezioni che lo riguardano relative all’inchiesta dei pm di Perugia che indagano sui grandi appalti, il ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola interviene nella polemica rigettando le indiscrezioni sull’acquisto di un immobile a Roma: "La mia coscienza è pulita. Proseguo con la massima serenità il mio lavoro". Poi nel pomeriggio l'incontro a Palazzo Grazioli con il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che lo ha rassicurato: "Non ti preoccupare, finirà tutto in una bolla di sapone. Le accuse sono inconsistenti".
La difesa di Scajola "Nella vita possono capitare cose incomprensibili. E questa è addirittura sconvolgente. Colpisce con una violenza senza precedenti il mio privato e la mia famiglia", afferma il ministro registrando "un attacco infondato e senza spiegazione, per una vicenda nella quale non sono indagato, a danno di chi lavora tutti i giorni per difendere, nel suo ruolo, le ragioni e gli interessi del nostro Paese". Scajola spiega di non essersi "abituato alla dietrologia: quindi non voglio credere che dietro a tutto questo vi siano oscuri manovratori o disegni preordinati. Per rispetto alla Magistratura che sta lavorando, non posso dire nulla sul merito di quanto apparso sui giornali". "Resta la grande amarezza per il fatto che si sia arrivati a coinvolgere addirittura i miei figli - ha continuato il ministro - la mia coscienza è pulita. Proseguo con la massima serenità il mio lavoro".
L'incontro con Berlusconi Poco più di mezz’ora di colloquio a palazzo Grazioli tra Berlusconi e Scajola. Il titolare delle Attività produttive ha lasciato la sede senza rilasciare dichiarazioni. Probabile che i due abbiano parlato dell’inchiesta sul G8 della Maddalena che ora vede coinvolto il ministro, ma anche e soprattutto i contenuti del decreto che semplifica le procedure per le attività di ricerca petrolifera svolte d’intesa con le Regioni. "Un nuovo passo avanti verso una politica energetica più efficiente, che valorizzi anche il patrimonio dei giacimenti nazionali di idrocarburi - recita una nota del ministro - con lo scopo di assicurare al Paese una maggiore sicurezza energetica e a cittadini e imprese un costo dell’energia più basso: non possiamo continuare a pagare il 30% in più rispetto agli altri Paesi europei".
L'indagine in corso Il 27 aprile scorso la procura di Perugia ha ascoltato l’architetto Angelo Zampolino nell’ambito dell’inchiesta sui grandi eventi. Secondo la ricostruzione dei pm del capoluogo umbro, Zampolini, versando 900 mila euro in contanti presso gli sportelli di una banca a Roma, ottenne l’emissione di 80 assegni circolari. Titoli "all’ordine" delle proprietarie di un appartamento nella capitale acquistato nel luglio del 2004 - scrivono i pm - da Scajola. Nei confronti del ministro non risulta al momento alcun addebito. L’architetto è stato invece indagato tra l’altro con l’accusa di riciclaggio per avere compiuto operazioni tali da ostacolare l’identificazione della provenienza da delitti contro la pubblica amministrazione del denaro utilizzato per formare gli assegni circolari utilizzati nell’acquisto delle case di Scajola, del figlio di Angelo Balducci, Lorenzo, e per la figlia del generale della guardia di finanza Francesco Pittorru.
Di Pietro: "Si dimetta" "Dopo le vicende del sottosegretario Cosentino, per il quale era stato richiesto persino l’arresto, e di un presidente del Consiglio, acclarato corruttore di testimoni giudiziari che ogni giorno si fa una legge per non farsi processare, adesso scopriamo che c’è un ministro della Repubblica che avrebbe ricevuto assegni nell’esercizio delle sue funzioni per comprare immobili con modalità non lecite", ha commentato il presidente dell’Italia dei valori, Antonio Di Pietro, che aggiunge:
"Riteniamo che il ministro Scajola debba rassegnare immediatamente le dimissioni, affinchè da una parte possa difendersi nelle sedi competenti e dall’altra possa evitare di mettere in imbarazzo le istituzioni che rappresenta".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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