INCONTRO

Mafia e camorra? Si può dire basta. Ma bisogna partire dai bambini e dare loro gli strumenti utili per maturare gli anticorpi contro una mentalità mafiosa. Si è svolto ieri, presso il Teatro San Fedele, un incontro aperto sulla camorra dal titolo Avere parte. Un'occasione importante per discutere sulla criminalità organizzata e proporre nuovi modelli educativi ai giovani e di riflesso agli adulti. Perché è grazie ai gesti quotidiani e all'assunzione di responsabilità da parte di tutti che si possono tener lontani ingiustizie, prepotenze, egoismi e povertà. «Pensare che la mafie siano solo un problema del sud è non capire, o fingere di non capire, che la grande forza delle mafie è oggi soprattutto economica e finanziaria - spiega Don Luigi Ciotti, presidente di Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie -. La mafie arrivano dovunque ci siano soldi da investire o "mercati" da sfruttare, approfittando dei vuoti e della compiacenze di un sistema politico-economico senza regole e controlli. La presenza al Nord è un dato accertato sin dai primi anni '90. Quest'estate un'indagine ha riportato l'attenzione sull'Ortomercato di Milano, trasformato da clan della 'ndrangheta calabrese come base operativa per il traffico di cocaina. Ma per testimoniare la presenza del crimine organizzato al Nord basterebbe questo solo dato: nella sola Lombardia i beni immobili confiscati alla mafia sono ben 603 degli 8300 totali. La Lombardia è in assoluto la quarta regione in Italia, dopo Sicilia, Campania e Calabria». L'incontro di ieri è stato anche l'occasione per presentare il volume Dalla parte giusta.
La legalità, le mafie e noi di Roberto Luciani e Davide Calì (Giunti Progetti Educativi per e con l'associazione Libera. Pagg. 62. Euro 3,90. Il 10% del ricavato della vendita del libro va a sostegno dell'associazione). Conclude Don Ciotti: «Nella lotta alle mafie, una dimensione di responsabilità personale e collettiva devono incrociarsi, convergere.

Così come per sconfiggerle è necessario un impegno a più livelli: non solo investigativo e repressivo, ma anche politico, culturale, educativo. Per questo investire sulla scuola è la più grande garanzia per un futuro migliore, per una società più libera, più umana, più giusta».

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