Indietro tutta in Europa L’Italia in caduta libera: quarto posto a rischio

Presidenti e giocatori si baloccano con uno sciopero vergognoso rimpallandosi responsabilità assolutamente reciproche, mentre il nostro calcio precipita in campo internazionale come un’ancora a mare. Di botto. In pochi giorni abbiamo perso due squadre in Europa League: fuori il Palermo con gli svizzeri del Thun, eliminata la Roma dagli slovacchi dello Slovan Bratislava. A sua volta l’Udinese, battuta dalla brutta copia dell’Arsenal, non è entrata nel tabellone di Champions League ed è scivolata nella coppa di minore importanza. Non è solo sfortuna. Il pesante bilancio di quest’estate, 2 vittorie, 3 pareggi e 3 sconfitte, fa da specchio a un sistema vecchio, ipocritica, arrogante. E può solo peggiorare con i pessimi sorteggi di campani e friulani nella fase a gironi.
Il modo di fare calcio fa acqua da ogni parte, soprattutto nei settori giovanili abbandonati a se stessi in molti club, anche di rango. Ma a ogni livello si preferisce giustificare i risultati negativi con i problemi di budget, il governo ladro e l’uragano Irene che sta abbattendosi sullo stato di New York. Balle. Come se il Villareal avesse chissà quali risorse finanziarie cui attingere. O Giuseppe Rossi fosse finito per caso da quelle parti: costava 10 milioni, nessuno l’ha voluto. O gli stadi di casa nostra facessero schifo solo per colpa d’una legge in itinere nei due rami del Parlamento. La Juve se l’è fatto lo stesso. Nessuno che dica: «Siamo sbagliando». E così Zeman, a 64 anni, è più giovane di tanti, paurosi e pecoroni. A lui il coraggio non manca.
Nel ranking Uefa la marcia del gambero prosegue in modo costante. Per anni ci sogneremo la terza posizione, caso mai dovremmo fare attenzione a mantenere la quarta per l’eliminazione di Palermo e Roma: il distacco dalla Germania è arrivato a 12 punti mentre s’è ridotto a meno di 4 il vantaggio sulla Francia. E il Portogallo, quinto in classifica, è a un passo dai transalpini. Più lontane Russia e Ucraina. Quanta nostalgia di quella prima posizione che è ora saldamente in mano all’Inghilterra. Per sottolineare quanto siamo caduti in basso, l’Italia è addirittura venticinquesima nella classifica stagionale. Che poi a comandare la graduatoria siano Cipro e Repubblica Ceca, è un aspetto occasionale, legato al bottino messo assieme dai club di questi due paesi nei tanti incontri preliminari: Apoel Nicosia e Aek Larnaca hanno vinto 8 partite su 12, il Viktoria Plzen ha fatto l’en-plein in 6 sfide. Al terzo posto però c’è l’Inghilterra che non ha lasciato per strada neanche una squadra e su 18 partite ne ha vinte 13, pareggiate 4, persa una.
Ci volge le spalle anche la classifica per club. Dove l’Italia vanta una sola squadra, l’Inter, ottava, fra le top-ten. Il Milan è tredicesimo, la Roma ventesima. Al venticinquesimo posto troviamo la Fiorentina, al trentottesimo la Juventus, entrambe fuori dalle coppe europee.

Più indietro Udinese (62), Sampdoria (68) Napoli e Lazio (75), Palermo (90). Al vertice il Manchester United precede Barcellona, Chelsea, Bayern e Arsenal, Porto, Real Madrid e appunto Inter. C’è poco da sorridere in questa estate ricca di scandali e povera di gioco.

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