Infrazione contestata da vigili alla guida: per la Cassazione è valida

Secondo i supremi giudici, gli agenti della municipale possono fare le multe a chi parla al telefono senza auricolare anche mentre essi stessi sono al volante. Annullata la sentenza del Tribunale secondo la quale la contravvenzione in questione andava tolta

I vigili possono multare gli automobilisti che parlano al telefono senza auricolare anche se loro stessi stanno guidando. Nulla da fare, dunque, se ci viene recapitata a casa qualche multa che nemmeno ci eravamo resi conto di aver preso: è possibile che un vigile ce l'abbia fatta in corsa, magari mentre si trovava in auto nella corsia opposta. E quella multa va pagata perché legittima. È quanto stabilito dalla Cassazione in una sentenza con la quale si accoglie il ricorso del comune di Pontassieve contro una decisione del Tribunale di Firenze che aveva annullato la multa di un cittadino colto sul fatto dagli agenti della municipale mentre questi si trovavano in macchina alla guida. Secondo i giudici di merito quella contravvenzione andava stracciata perché «il punto di osservazione» dei vigili era «suscettibile di errore» proprio perché si trovavano al volante e per di più stavano procedendo in senso contrario rispetto all'auto multata. Gli agenti, dunque, secondo il Tribunale di Firenze, potevano anche non aver visto bene. Di tutt'altro avviso i giudici della Suprema Corte, che hanno annullato la sentenza e confermato la multa. Gli ermellini, nella sentenza n.

4219, fanno riferimento ad una recente decisione delle Sezioni Unite che dà «fede privilegita» a «tutto quanto il pubblico ufficiale affermi avvenuto in sua presenza, con la conseguenza che anche nelle ipotesi in cui, come nella specie, si deducano sviste o altri involontari errori o omissioni percettive da parte del verbalizzante, è necessario proporre querela di falso». Se riteniamo che il vigile abbia visto male, cioè, dobbiamo denunciarlo perché la sua parola prevale comunque su quella degli automobilisti multati.

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