Insulti a Papa e Colle Procura al lavoro

da Roma

La Procura di Roma si sta occupando di quanto accaduto martedì in piazza Navona. Oggetto dell’inchiesta gli attacchi verbali mossi al presidente Giorgio Napolitano e al Papa dai leader girotondini. Gli inquirenti sono in attesa di informative sui fatti e in ogni caso prima dell’apertura formale di un’inchiesta servono due presupposti: la presentazione di una denuncia e il via libera da parte del ministro della Giustizia. Intanto i magistrati della procura romana guarderanno i filmati della manifestazione per l’eventuale iscrizione degli indagati. I reati che potrebbero essere configurati sono quelli di vilipendio del Pontefice e di offese al capo dello Stato italiano. L’articolo 278 del codice penale punisce con il carcere chi offende l’onore e il prestigio del presidente della Repubblica e prevede per questo reato da uno a cinque anni di carcere.
Per quanto riguarda il Pontefice si potrebbe applicare l’articolo 297 che tutela i capi di Stato esteri, anche in base al principio di reciprocità. Il Papa, infatti, oltre che capo della Chiesa assomma in sé anche l’ulteriore carica di sovrano dello Stato Città del Vaticano. L’ordinamento penale italiano sanziona proprio all’articolo 297 l’offesa all’onore o al prestigio di capo di Stato estero commesso nel territorio italiano. Le ultime modifiche al codice penale rendono invece meno pesante un’eventuale condanna per vilipendio.

Dal febbraio 2006, con i ritocchi alle pene per i reati d’opinione, chi incorre nell’articolo 403 (vilipendio di un ministro di culto) rischia una multa sino a 6mila euro. Prima della riforma era previsto il carcere da uno a quattro anni.

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