2 giugno, ancora polemiche Vendola: atto inopportuno Di Paola: "Parata è simbolo"

Dopo il battibecco a distanza tra Napolitano e Di Pietro, il leader di Sel attacca: "La parata stona con il terremoto". Il ministro della Difesa: "I simboli non sono spreco"

2 giugno, ancora polemiche Vendola: atto inopportuno Di Paola: "Parata è simbolo"

Polemiche prima, polemiche durante, polemiche dopo. Mai come quest'anno la parata del 2 giugno è stata così contestata. La rinuncia alle Frecce Tricolori, ai cavalli, ai sistemi d'arma ha permesso di risparmiare almeno 1,4 milioni di euro. Soldi "buttati nel cesso" per Roberto Maroni, "sagra dello spreco" per Antonio Di Pietro. Proprio con il leader dell'Idv ha battibeccato a distanza Giorgio Napolitano (al suon di "non sa cosa dice" e "lui non sa cosa fa").

Oggi ci si mette anche Nichi Vendola che, per quanto sostenga di voler "archiviare il dissenso" non risparmia certo le critiche a quello che ritiene "un atto inopportuno". "Ci sono momenti in cui la Repubblica non deve fare altro che stringersi a chi soffre", ha detto il governatore della Puglia, "La sfilata, l’esercito, il tricolore sono apparsi immagini un pò stridenti con quelle che arrivano dall’Emilia Romagna". Vendola però non crede che le polemiche sulla parata siano un rifiuto degli italiani nei confronti delle forze armate: "Non c’è ombra di antimilitarismo nella richiesta giunta da buona parte del Paese. L’Italia ha sentito quella celebrazione come una stonatura. Non si tratta di cancellare l’immagine dei soldati che corrono con i volontari nei luoghi del disastro, essi contribuiscono a creare un’immagine buona della Patria che è spartizione delle tragedie e costruzione della solidarietà", ha concluso il leader di Sel.

Nella diatriba entra anche il ministro della Difesa Giampaolo Di Paola, che prova a dire la sua e a difendere la tradizione della parata: "È un simbolo, i Paesi e le istituzioni vivono di simboli e i simboli non sono mai uno

spreco. I simboli sono essenziali per l’uomo così come la materia prima". E a chi ha attaccato la sfilata il ministro replica: "Suggerirei di moderare i termini perchè le cattive parole e gli insulti non servono a nessuno".

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