Nemmeno il tempo di sfoggiare la nuova cresta da combattente, «ma accompagnata sui lati da un'armonia di forme dolci come il suo animo» (parole del parrucchiere), ed ecco Balotelli tornare subito al centro del gossip mondiale con un clamoroso annuncio su Twitter: «Finalmente la verità: Pia, dolce bimba mia!!! Tuo padre».
La scoperta del test Dna data 1984. Soltanto trent'anni fa, questa storia avvelenata del campione e della soubrettina che prima si amano e poi si lanciano di tutto sarebbe andata avanti all'infinito: lei a dire il peggio di lui, mi ha sedotta e quindi abbandonata con una creatura, lui a dire il peggio di lei, sono troppi i padri possibili, perché dovrei essere proprio io?
Oggi, trent'anni dopo la scoperta, la guerra tra Supermario e Raffaella Fico può almeno fermarsi davanti a una certezza: aveva ragione lei, Balotelli è già padre da quattordici mesi esatti (la piccola Pia è arrivata il 5 dicembre 2012). L'annuncio su Twitter mette fine alle allusioni e alle carognate, tirate in lungo con perfido zelo dal mondo patinato dei rotocalchi (è mancato veramente soltanto il plastico). Lei non è una bugiarda che tentava di sguazzare nel torbido. E lui è a questo punto una persona ai primi albori della responsabilità: sottoponendosi volontariamente al test del Dna e quindi accettandone gaudiosamente il risultato, Balotelli dimostra di avere in testa qualcosa di meglio della pur artistica cresta. Certo si può dire che non potrebbe fare altrimenti, certo si potrà dire che trent'anni addietro avrebbe magari continuato a sottrarsi. Ma anche queste sono chiacchiere. La nuova realtà incoraggia al più edificante ottimismo: là dove allenatori e motivatori non sono ancora riusciti, cioè ricomporre armonicamente la fantasmagorica e stupefacente catena di eventi in una vita così breve e così intensa, là dove è tanto difficile rimettere ordine e misura, calma ed equilibrio, proprio là può riuscire Pia. I bambini hanno di queste facoltà paranormali: riescono a forgiare e rimodellare persone complesse, i loro padri, come fossero materiale molle e docile, come il loro primo pongo. A tutti sembra che Mario sia uno di quei ragazzi ancora troppo bisognosi d'essere figli, con una madre e un padre al fianco, perchè possano pensare di diventare a loro volta genitori nel giro di un Tweet. Ma questo è lo strano regolamento della vita: si gioca alla cieca, gli eventi capitano e il giocatore deve inventarsi prontamente una soluzione, migliorandosi ogni volta.
Prima di cominciare ad essere seriamente padre, come lascia intuire il tenerissimo Tweet, Balotelli si concede ancora un paio di libere uscite da Supermario, da com'era fino all'altro giorno. Prima un Tweet verosimilmente indirizzato alla madre della sua bambina: «Il tempo perso a raccontare bugie su di me in tv e sui giornali a chi è servito? E a cosa?». Quindi una seconda carineria alla signora del gossip: «E per favore qualcuno chiuda la bocca a Barbara D'Urso, che da due anni spara cazzate senza sapere o conoscere...».
Il consiglio glielo daranno sua madre e suo padre: Mario, adesso lascia stare. Adesso comincia una nuova vita, piena di fantastiche possibilità. Pensa alla tua bambina, adesso... Sicuramente glielo diranno. Glielo diranno anche i suoi compagni già padri di famiglia, il suo allenatore, i suoi amici, i suoi dirigenti.
Consiglio per consiglio, magari troverà persino qualcuno che gli dirà un'altra cosa saggia: tra persona serie, per questioni serie, ci si può parlare a quattr'occhi, col cellulare spento, fuori dal ballatoio di Tweetter.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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