Il baby sitter che stuprava i bambini

Arrestato in Brianza un ragazzo di 26 anni incensurato che da anni abusava dei piccoli: tre casi accertati

Il baby sitter che stuprava i bambini

Quando il mostro ha il volto noto e rassicurante del giovane vicino di casa scoprire la sua vera identità può essere un grande trauma. Per tutti. Soprattutto se quel mostro ha tradito, oltre che la fiducia incondizionata dei suoi genitori, anche quella di altre tre famiglie e nella maniera più atroce: abusando dei loro figli. Bambini che vivono nel suo stesso condominio e di cui avrebbe dovuto prendersi cura. Piccoli che gli erano stati affidati in qualità di baby sitter. «Il figlio dei vicini. Sai quel ragazzo poco più che ventenne, fuori corso all'università? Ma sì, cerca di non pesare troppo sui genitori arrotondando con qualche lavoretto. E noi gli abbiamo affidato nostro figlio. È così bravo con i bambini, così dolce...». Purtroppo il giovane 26enne arrestato qualche giorno fa dai carabinieri di Seregno (gruppo di Monza) è solo un pedofilo. E della peggiore specie. Un ragazzo che ora, dal carcere, respinge ogni accusa. Ma che ha torturato con violenze fisiche e psicologiche di ogni tipo due bambini dodicenni e un undicenne dalla fine del 2008, cioè quando i minori avevano 9 e 10 anni. E forse anche prima di allora, quando i bambini erano ancora più piccoli. Li ha piegati alla sua volontà malata, obbligandoli a rapporti completi e minacciandoli se avessero raccontato qualcosa. Come sempre più spesso accade con allenatori, catechisti, capi boyscout o maestri d'asilo protagonisti di orribili abusi sui minori.

I carabinieri hanno cercato, in ogni modo e in alcuni casi inutilmente, di tranquillizzare le famiglie coinvolte. Genitori sotto choc, travolti dal dolore e dalla rabbia quando hanno saputo quel che aveva fatto quel ragazzo ai loro figli per tutto quel tempo. Madri e padri che, in preda alla disperazione, avrebbero addirittura voluto farsi giustizia da soli. Non è stato facile per i militari nemmeno confrontarsi con i genitori del pedofilo. La cui madre, dal giorno dell'arresto, è inconsolabile. E non si dà pace per quel suo unico figlio macchiatosi di un crimine così grave. «Un ragazzo all'apparenza normalissimo - è il triste ritornello che si sente ripetere a Seregno -. Nessuno, nemmeno la fantasia più fervida e perversa avrebbe mai immaginato che fosse responsabile di un simile crimine». Eppure tutti ormai, nella piccola comunità brianzola, hanno dovuto arrendersi all'evidenza, terribile, dei fatti. Quello studente universitario fuori corso, quel vicino di casa così perbene, infatti, ha violentato le sue piccole vittime mentre le accompagnava al parco, mentre fingeva di giocare con loro. E, in alcuni casi, anche nel suo appartamento. Dal quale i genitori, che lavorano entrambi, erano spesso assenti.

A far saltar fuori questa bruttissima storia, a far emergere l'orrore che andava avanti da qualche anno, è stato proprio uno dei tre bambini vittima degli abusi. Che, confidatosi con una parente, pian piano ha ammesso gli abusi di cui era vittima. Episodi che poi ha ricostruito, durante interrogatori protetti e affidati a personale esperto, davanti agli investigatori e insieme alle altre vittime coinvolte.

I carabinieri e il gip di Monza Alfredo De Lillo, che ha firmato la richiesta di custodia cautelare, negano decisamente, com'era emerso in un primo tempo ieri, che il giovane pedofilo abbia mai fatto parte di associazioni, oratori o che, addirittura, fosse volontario in chiesa.

Quindi risulta completamente infondata la voce che ieri si era diffusa e secondo la quale l'episodio che ha permesso di scoprire gli abusi sarebbe avvenuto durante una premiazione in chiesa. Cioè quando il pedofilo, avvicinandosi a uno dei tre ragazzi di cui abusava per congratularsi con lui, ha visto il ragazzino ritrarre la mano e andarsene senza dirgli una parola.

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