"Basta partitocrazia". Un programma radicale per i Giovani musulmani

L'associazione: "Il 60% dei nostri iscritti vota in Italia. Ecco cosa chiediamo ai politici"

"Basta partitocrazia". Un programma radicale per i Giovani musulmani

C'è ovviamente la richiesta di luoghi di culto idonei. E c'è la proposta di concedere la cittadinanza italiana a chi è nato nel nostro Paese. Questo è prevedibile. Ma non è tutto. Ci sono anche idee diverse, alcune dal sapore «radicale», fra le priorità dei Giovani musulmani in vista delle elezioni politiche. «Con l'avvicinarsi delle elezioni 2013 - spiegano - l'associazione Giovani musulmani d'Italia, essendo composta da un 60 per cento di associati italiani a tutti gli effetti e un restante 40 per cento che non lo è per motivi burocratici, ma che si sente comunque italiano al 100 per cento, sente l'esigenza di esprime la propria posizione sulle elezioni».

E vediamola, questa «agenda dell'islam». I giovani di religione musulmana partono dalla crisi economica, ma poi chiedono subito alla politica «di rinnovarsi, davvero». Secondo loro la «difficoltà del nostro paese ad uscire» è causata «da una classe politica ingessata, che da Tangentopoli ad oggi non è cambiata, si è solo trasformata in altro, nuovi simboli e partiti, senza che l'agire politico e le persone cambino». «Lo dimostrano - affermano - i frequenti scandali e le continue lottizzazioni partitiche nelle aziende e negli enti controllati o partecipati dallo Stato: dalla sanità alle fondazioni bancarie alla tv pubblica, non c'è settore dove si utilizzi un sistema meritocratico, vince la partitocrazia, il vecchio, ma sempre utilizzato, manuale Cencelli. Un danno alla collettività di proporzioni incredibili».

I Giovani musulmani auspicano «una politica pulita, vera, capace, portatrice di idee e valori, che sia vissuta come una responsabilità e non come l'ultima spiaggia per arrampicatori sociali, affaristi, indagati e incapaci desiderosi di garantirsi agiatezza economica a spese della collettività». «I problemi del paese sono tanti - ammettono - e i Giovani Musulmani chiedono al futuro governo di affrontarli con forza e serietà». «E' necessario ridurre i costi della politica e lavorare ad una nuova legge elettorale che possa ridare ai cittadini la possibilità di scegliere i propri rappresentanti». Bocciata anche la «flessibilità nel mondo del lavoro». «In tempi di crisi - sostengono - si è trasformata in precarietà, non dà speranze né futuro ai giovani: è urgente una nuova politica che agevoli l'ingresso e la stabilità occupazionale e al contempo sostenga le imprese con agevolazioni fiscali specifiche».

Altro punto: «Gli investimenti nell'Istruzione pubblica».

Poi ovviamente i Giovani musulmani chiedono «un'attenzione particolare ai diritti delle minoranze», come quella islamica alla quale sarebbe negata «la possibilità di avere degni luoghi di culto, costretta a pregare in luoghi non idonei alla pratica religiosa». A pochi giorni dalle elezioni, comunque, i Giovani musulmani invitano «tutti i cittadini ad andare a votare» e a «scegliere una coalizione o un partito con un programma chiaro e serio».

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