Berlusconi non piega la testa e porta i suoi all'opposizione

Alla vigilia della decadenza Berlusconi avvisa Napolitano: "Io non mi umilio, reagiremo". La rottura con la maggioranza potrebbe arrivare sulla manovra con tasse mascherate

Berlusconi non piega la testa e porta i suoi all'opposizione

Roma Berlusconi arringa i giovani, sfida il Pd, prepara la piazza, chiama in causa Napolitano e avverte Renzi. Sabato di lavoro intenso per l'ex premier, pronto alla settimana cruciale e a dire addio alla maggioranza. In serata è un fiume in piena: la consacrazione del Cavaliere di lotta per dire «Non ci sto». E con lui i tanti giovani di Forza Italia radunati all'Eur da Annagrazia Calabria. Aspettano solo che il leader suoni la carica; che arriva quando Berlusconi dice che «mercoledì 27, col voto in Senato sulla decadenza, dopo 20 anni di tentativi andati a vuoto, vogliono eliminarmi. Sapete come si chiama questo? - chiede ai giovani azzurri - Colpo di Stato!». Il palazzo dei Congressi, pentola a pressione, fa saltare il coperchio. Tutti in piedi: «Silvio, Silvio!». Berlusconi parla di «delitto inaccettabile» e assicura che «ci sarà una reazione da parte nostra», confermando una manifestazione per il giorno del voto sulla decadenza. Sit in sotto Palazzo Grazioli.
Rievoca tutta la sua storia, Berlusconi. Dalla costituzione di Magistratura democratica nel '64 ai giorni nostri. Ma quando parla di oggi, il Cavaliere tira fuori le unghie e il suo popolo va in un rabbioso visibilio visto l'epilogo così drammatico. Quando l'ex premier cita i servizi sociali l'indignazione trabocca e il messaggio a Napolitano è esplicito: «E io dovrei essere riabilitato? Sarebbe un'umiliazione non tanto per me ma per il mio Paese. Una cosa ridicola e inaccettabile. Il presidente della Repubblica non dovrebbe avere un attimo di esitazione e dovrebbe avere la dignità, senza che io la richieda, di darmi la grazia. Io ho la dignità di non chiederla». Un tripudio di battimani per un Berlusconi ormai in procinto di guidare l'opposizione.
Sì perché, escluso un colpo di scena, mercoledì si compierà quello che il Cavaliere giudica un «golpe». E Berlusconi non piegherà la testa. Vuole che si compia l'omicidio politico per poi accusare la sinistra di un atto «vergognoso». Non solo perché attuato contra legem ma anche perché «vittima di una sentenza politica». Non è finita qui. Berlusconi, in un'intervista al Mattino anticipa l'arrivo di nuove carte dagli Usa che «accertano in modo incontrovertibile che io non c'entro nulla». Carte che il Cavaliere mostrerà ai suoi, al partito, domani pomeriggio.
È un Berlusconi lucido e determinato: soprattutto a dire basta alle larghe intese. Nate per arrivare a una pacificazione nazionale, sono state un flop. «Come posso valutare un'esperienza in cui abbiamo dato molto e non abbiamo ricevuto in cambio nulla?», si chiede Berlusconi a proposito della maggioranza. Il governo Letta, quindi, tra pochi giorni perderà un bel pezzo della sua maggioranza. «Il voto di decadenza è il punto di non ritorno; oltre il quale ci regoleremo soltanto in base all'esame dei contenuti della finanziaria», giura il Cavaliere. Insomma, la legge di Stabilità così com'è non va e a decadenza decretata, Forza Italia avrà le mani libere per togliere la fiducia a Letta. Il che non vuol dire necessariamente ritorno alle urne: «Il governo non ha forse raggiunto una maggioranza in grado di reggere anche se noi passassimo all'opposizione?», si chiede il Cavaliere.
Il tutto grazie ad Alfano e ai governisti verso i quali l'ex premier, a microfoni accesi, ha parole concilianti: «Nessuna frattura è insuperabile. Se dovessero capire di aver commesso un errore, noi saremmo tutti lieti di un ritorno all'unità. E i sondaggi dimostrano che anche il nostro elettorato fa fatica a comprendere le ragioni di una scissione». Ma in privato non nasconde l'amarezza perché Angelino «non ha mai citato Forza Italia ma solo l'acronimo Fi». Deluso invece dal ministro Lorenzin che aveva dichiarato che «Berlusconi è stato condannato dai magistrati, non dal Parlamento».
È un Berlusconi da campagna elettorale.

A proposito di Renzi assicura che «contro di lui abbiamo un colpo segreto». Sibillino. Tutti a pensare alla figlia Marina anche se il Cavaliere lo esclude: «Non voglio assolutamente che mia figlia entri in politica. Non voglio che subisca quello che ho subito io».

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