Sale alle stelle la tensione tra la Cgil e il governo. Susanna Camusso torna a criticare duramente il premier Matteo Renzi e il "suo" Jobs act. "La legislazione sul lavoro non permette di dire ai giovani che hanno una prospettiva", sbotta la leader della Cgil Susanna Camusso che, intervenendo al convegno di Confindustria, accusa l'esecutivo di non investire sul lavoro. "Se ci sono molteplici forme di precarietà - è l'avvertimento - il Paese non riparte".
Forte della "benedizione" del presidente Barack Obama, Renzi non arretra sul suo timing delle riforme. E blinda i due principali provvedimenti in cantiere in attesa di definire, con il Def, gli sgravi Irpef: sul "Senato delle Autonomie" il governo approverà lunedì un ddl costituzionale. Sul decreto lavoro, poi, il premier dovrà affrontare la folta schiera di malpacisti. A partire dal sindacato. La più agguerrita è senza alcun dubbio la Camusso. "Stiamo ancora discutendo di rigidità, ma quale rigidità... - tuona dal palco di Confindustria - è la stagione in cui i colpevoli sono le imprese e i sindacati perché va di moda. E c’è un entusiasmo di massa nel trovare questi colpevoli". Per la leader della Cgil serve un cambio di rotta che deve, appunto, partire dal governo: "Il governo ha pensato bene che l’offerta che fa ai giovani è quella di avere al massimo un contratto a termine che però nell’arco di 36 mesi puoi disdettare e rifare fino a otto volte...". Una cointestazione neanche troppo velata al Jobs act che sta per arrivare il parlamento. "Tutti quelli che oggi ci raccontano che dobbiamo cambiare verso - continua la Camusso senza mai nominare Renzi - governano insieme a tutti quelli che hanno prodotto la legislazione di questo periodo". Una tesi corroborata, a detta della Camusso, dai 4 milioni di giovani che non riescono a trovare lavoro.
Se mette in conto gli attacchi e le critiche delle associazioni di categoria e dei sindacati, Renzi non accetta di essere bloccato dalla minoranza dem che nei giorni scorsi è arrivata a minacciare il non voto sul decreto lavoro. "Non capisco gli ultimatum, il pacchetto del decreto sta insieme, quindi i contratti a termine e l’apprendistato sono intoccabili", ha messo in chiaro davanti al parlamentino piddì rinviando al ddl delega sul lavoro un maggiore confronto pur rispettando i "tempi certi". Per il momento la minoranza dem ha incassato ma i toni sanno solo di rinvio di battaglia in parlamento. "Il decreto è un’umiliazione intellettuale", ha commentato Stefano Fassina che vede in Ncd il copyright della riforma.
La tempistica, per Renzi, sembra un’ossessione al punto che c’è chi, come il presidente della commissione Bilancio Francesco Boccia, lo mette in guardia dal "rischio Forrest Gump", della delusione
al termine della corsa e dei sogni. "Non è una mia schizofrenia personale - ha rassicurato il premier - ma il rispetto dei tempi è elemento di credibilità con i cittadini e con le istituzioni internazionali".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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