"Questi hanno preso 8 milioni di voti e li mettono in frigo. Facciamo pure le commissioni, poi voglio vedere cosa fanno senza governo". Nelle parole pronunciate ai microfoni di Agorà c'è tutta la rabbia del segretario del Pd Pier Luigi Bersani per il secco "no" ricevuto dal Movimento 5 stelle a un governo di minoranza. Così, mentre i grillini hanno iniziato la protesta "OccupyParlamento" per attivare le commissioni permanenti, il Partito democratico fa muro chiedendo che venga prima formato un esecutivo. "Paese al collasso e attività legislativa bloccata. Commissioni subito o partiti commissariati", ha scritto Beppe Grillo sul blog.
Doppia fumata nera. Le conferenze dei capigruppo di entrambe le Camere "a larga maggioranza" hanno deciso di non dare via libera alla costituzione delle commissioni parlamentari e di rinviare il tutto "a dopo la costituzione del governo". La posizione di minoranza, favorevole all’avvio dei lavori parlamentari ordinari, è stata sostenuta dai Cinque Stelle e dal Sel di Nichi Vendola. Il Pd e il Pdl continuano, invece, a ritenere che senza un governo fiduciato non si possano costituire le commissioni. "Naturalmente - ha precisato il presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda - c’è la massima apertura a verificare altre soluzioni ove necessario, anche attraverso l’ipotesi di costituzione di altre commissioni speciali". Sulla stessa linea anche il capogruppo dei deputati del Pd, Roberto Speranza assicurando che il suo gruppo si impegna a convocare le commissioni nei prossimi giorni pur continuando a ritenere che "il primo punto è far nascere un governo". Il fronte comune che è venuto a crearsi tra pidiellini e democrat acuisce le distanze - già di per sé abissali - tra il partito di Bersani e i grillini. Una frattura che allontana sempre di più le speranze del segretario piddì di formare un esecutivo senza scendere a un'intesa con Silvio Berlusconi. "Indicheremo i componenti delle Commissioni nel giorno in cui si formerà il governo", ha spiegato il capogruppo del Pdl Renato Brunetta.
Dopo giorni e giorni di richieste cadute nel vuoto e mentre scoppia la grana "traditori", i parlamentari pentastellati hanno deciso di passare alle azioni di forza lancia l’iniziativa "OccupyParlamento". Dalle 18 alle 22 i militanti sono chiamati a un presidio in piazza Montecitorio. "Per attuare il cambiamento - ha scritto su Twitter la deputata romana Federica Daga - è necessaria molta energia". Da oggi, poi, hanno iniziato a "occupare" le Aule delle Camere: a fine seduta i deputati e i senatori grillini sono rimasto nell’emiciclo fino a mezzanotte e un minuto. Giovedì mattina la protesta si ripeterà nelle aule delle Commissioni che i 5 Stelle hanno deciso di autoconvocare. Saranno lì, spiegano i capigruppo Vito Crimi e Roberta Lombardi, per iniziare a lavorare sui testi delle proposte con una sorta di "commissioni ombra". "Qualora questa forma di protesta non sortisca l’effetto sperato - ha incalzato la senatrice del M5S Ornella Bertorotta - ci riserviamo di valtare se metterne in atto di utleriori nei prossimi giorni". La prova di forza che i grillini ha mandato su tutte le furie soprattutto i democratici che non vogliono proprio sentir parlare di commissioni.
Questa mattina è stato proprio Zanda a condannare i Cinque Stelle. "La minaccia di occupare l’Aula non è democratica", ha spiegato il capogruppo del Pd al Senato assicurando che i democratici non rivedranno le proprie posizioni sotto la minaccia pentastellata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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