La Sinistra Universitaria esulta, il Pd gioisce. Il senato accademico della Sapienza di Roma ha approvato un nuovo regolamento sulla carriera alias per i giovani che frequentano l'ateneo. "Una bella notizia", secondo i dem, che sul fronte politico hanno plaudito alla novità arcobaleno. La notizia è che in realtà questa possibilità già esisteva, ma era applicata con modalità che non piacevano ai compagni. Il recente traguardo infatti non è privo di risvolti ideologici e proviene da un'istanza di parte: a ottobre, durante un flash mob, una quarantina di studenti attivisti di sinistra avevano richiesto a gran voce un cambiamento alla governance dell'ateneo. E la riforma del regolamento è alla fine arrivata.
Carriere alias alla Sapienza, cosa cambia
Il provvedimento - si legge in una nota della Sinistra Universitaria - "garantirà a tutte le persone che lo vorranno di poter utilizzare il proprio nome all'interno dell'ateneo. Le novità principali riguardano l'assenza della certificazione medica tra i requisiti per accedere al nuovo nome e una procedura più snella in generale". Sinora, infatti, la procedura prevedeva l'autorizzazione di un medico per poter cambiare nome. Dunque, il diritto non era di per sé negato ma alla sinistra non bastava. "L'idea era sbagliata e rappresentava un ostacolo anche economico per molti studenti. È un primo passo importante a cui dovrà seguire un lavoro di consapevolizzazione da parte dell'ateneo", ha commentato Leone Piva, coordinatore di Sinistra universitaria Sapienza. E il Pd ha offerto immediato appoggio politico alla svolta avvenuta nell'ateneo romano, chiaramente strumentalizzando il tutto e cioè utilizzando la circostanza come una clava contro l'esecutivo.
Il plauso del Pd e l'attacco strumentale al governo
"In uno degli atenei più importanti e prestigiosi d'Europa, questo avanzamento sui diritti e sul rispetto delle identità di genere è un messaggio al paese e al governo", ha affermato la senatrice Cecilia D'Elia, capogruppo del Pd in commissione scuola, università, cultura. Nelle università come nelle scuole - ha proseguito l'esponente dem - "negli ultimi anni, è nato un movimento importante per le carriere alias, come pratiche di trasformazione culturale della nostra società per rendere i luoghi di vita abitabili, accoglienti e liberi dal pregiudizio, per tutti". Da qui, la sua decisione di presentare un'interrogazione al ministro Valditara, "dopo un grave episodio di discriminazione in una scuola di Roma, per sapere quali iniziative fossero in programma per assicurare la piena inclusione delle persone trans".
L'obiettivo di fondo della sinistra è quello di diffondere apposite linee guida con le quali gli istituti scolastici vengano incoraggiati a "introdurre la
possibilità di ricorrere alla carriera alias". Quella che in area progressista viene reputata una priorità, nel centrodestra è invece considerata una circostanza sulla quale è opportuno utilizzare una necessaria cautela.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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