Gianroberto Casaleggio è un mistero, un'equazione irrisolvibile. È lui l'uomo che ha convertito Grillo alla tecnologia, che gli ha tolto la mazza di mano (quella con cui spaccava i pc durante i suoi spettacoli) e gli ha messo un mouse sotto i polpastrelli. Sul suo conto la base grillina dice tutto e il contrario di tutto: viene dipinto come il guru di una setta ispirata dalla fantascienza e dall'esoterismo di Gurdjieff. Ma anche come un massone che fa lobbying con le più grandi multinazionali. Lui fa tutto per intorpidire le acque e l'ultima volta che ha preso in mano carta e penna, per dire la sua sul Corriere, ha scritto una lettera complicatissima e piena di citazioni cavalleresche e medievali. Insomma, il profeta della modernità parla come un libro stampato due secoli fa. «È chiaro: il suo punto di vista è esoterico», ci spiega Massimo Introvigne, sociologo, filosofo ed esperto di religioni.
Professore, cosa c'è dietro Casaleggio?
«A me pare che siamo di fronte a una mentalità gnostica».
Professore sia meno professore. Ci spieghi meglio...
«L'idea di un mondo dove la conoscenza è patrimonio di pochi. Un'idea che si accompagna a un culto tecnocratico in cui la nuova conoscenza è la tecnologia. E qui mi sembra che ci sia un riferimento molto evidente a un autore di fantascienza come Philip Dick».
In che senso?
«I video nei quali Casaleggio parla della sua visione del futuro del mondo (Gaia e Prometeus, filmati diffusi sul sito della Casaleggio Associati, ndr) sono la perfezione del mito tecnocratico, cioè l'idea che i politici debbano essere sostituiti dai tecnici».
Non mi dica che è montiano?
«No, non vuole sostituire i politici con Monti, ma con persone che detengono una scienza. Un sapere superiore che oggi è incarnato nella tecnologia della rete. Ma queste idee non sono nate con internet e neppure da Casaleggio».
Praticamente un incubo: la dittatura delle macchine. E da chi avrebbe copiato?
«Da Alexandre Saint-Yves d'Alveydre».
Che sarebbe?
«Un esoterista, vissuto tra la fine dell'800 e i primi del '900, colui che ha pensato più lucidamente di tutti la tecnocrazia. Il suo pensiero si fondava su due filoni uno di tipo filosofico e uno di tipo esoterico e massonico. Nel mondo di Saint-Yves ci sono le macchine universali, i druidi e tutte cose che non sono lontane da Casaleggio».
Ma Grillo e Casaleggio parlano di politica non di filosofia...
«In Saint-Yves c'è anche una grande critica nei confronti dei politici che sono considerati tutti dei ladri disonesti che fanno del male al popolo. E c'è la proposta di sostituirli con una forma politica molto semplificata e brutale: solo tre ministeri uno della politica, uno della democrazia e uno della religione che sulle rovine di tutte le vecchie religioni avrebbe dovuto edificare un nuovo culto della scienza».
Praticamente l'uomo nuovo della politica italiana ha idee vecchie di duecento anni. Ma questo Saint-Yves era un pazzo?
«No, non era un matto di passaggio. Un libro pubblicato poco tempo fa ha dimostrato come i suoi discepoli si siano trovati, sia a destra che a sinistra, nelle sfere più alte della politica francese».
E la massoneria cosa c'entra con tutto questo?
«Chi accusa Casaleggio di essere massone probabilmente intende dire più genericamente che si ispira all'esoterismo, di cui la massoneria è solo una parte».
In realtà è probabile che la massoneria non gli stia molto simpatica.
«Perché fa parte del mondo vecchio, quello che lui vorrebbe sostituire con qualcosa di completamente nuovo: una nuova società basata su internet e la tecnocrazia. Casaleggio appartiene a uno stile di pensiero esoterico secondo cui un'élite di illuminati è più affidabile dei politici democraticamente eletti».
Qualcosa a che vedere con le società segrete?
«Sì, ma le società segrete hanno un problema: vogliono andare al potere ma non ci vanno mai direttamente, perché prima o poi il popolo si accorge di chi manovra realmente i fili. Possono governare solo per interposta persona, ma spesso il burattino si stacca dal burattinaio.
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