Salvini: "Capisco il padre della Salis. Ma se condannata non la vorrei in classe"

Il vicepremier: "Capisco l'ansia e alcune dichiarazioni originali del padre di Ilaria". Ma sottolinea di nuovo: "É stata bloccata con un manganello e in compagnia di un estremista"

Salvini: "Capisco il padre della Salis. Ma se condannata non la vorrei in classe"
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La posizione di Matteo Salvini sul caso Ilaria Salis non è cambiata. Da una parte bisogna impegnarsi per far sì che nei confronti della ragazza siano assicurati diritti e dignità nel corso del processo in un Paese democratico, civile e appartenente all'Unione europea; dall'altra non si possono cancellare le vicende che hanno visto Ilaria Salis protagonista delle polemiche scatenate. A rivendicare la linea è stato direttamente il vicepresidente del Consiglio, che in mattinata ha confermato il suo modo di vedere sulla 39enne milanese.

La Salis si trova in carcere a Budapest da quasi un anno dopo essere stata accusata di aver aggredito due estremisti di destra nella capitale ungherese. Per Salvini è giusto che il governo guidato da Giorgia Meloni sia intenzionato a portare avanti tutte le azioni del caso "per tutelare la ragazza"; il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ha auspicato la "completa e rapida assoluzione", ma allo stesso tempo ha messo di nuovo l'accento sul fatto che Ilaria "è stata bloccata con un manganello e in compagnia di un estremista".

Dunque Salvini ha aggiunto che, a suo modo di vedere, qualora fossa condannata per violenze sarebbe "nulla" l'opportunità che possa entrare in classe per educare e crescere bambini. Nelle ultime ore il vicepresidente del Consiglio aveva già espresso un parere di questo tipo, affermando che non sarebbe affatto felice se Salis fosse l'insegnante di sua figlia. "Certo, è sorprendente che lei sia stata presente in occasione di manifestazioni violente, a Budapest come a Monza nel 2017 quando venne distrutto un gazebo della Lega", ha scritto sui social.

È bene chiarire un aspetto sacrosanto: le catene in un'aula di tribunale rappresentano un'immagine del tutto inaccettabile. Così come è doveroso precisare che è imprescindibile chiedere il rispetto dei diritti di una persona che tra l'altro, fino a prova contraria, è presunta innocente. Dunque nulla da dire sul giusto processo e sulle condizioni di detenzione civili e umane. Dalla Lega si registra comunque la volontà di fare piena luce su quell'episodio di gravissima violenza politica risalente al 2017, quando a Monza il gazebo del Carroccio finì vittima di un assalto.

Di recente alle parole di Salvini è seguita la presa di posizione del padre di Ilaria, secondo cui le dichiarazioni del vicepresidente del Consiglio sono state "fuori luogo". "Auguro a sua figlia di avere i valori etici che sono un decimo di quelli di mia figlia", ha aggiunto il padre Roberto. È spuntata l'ipotesi della querela verso Salvini per le affermazioni rese sulla figlia detenuta a Budapest; a tal fine occorrerebbe una procura da parte della donna a cui spetta la parola sull'eventuale ricorso alle vie legali.

In mattinata il ministro - nei panni di genitore - si è detto comprensivo della situazione che sta interessando la famiglia Salis: "Capisco l'ansia e anche alcune dichiarazioni originali del padre di Ilaria Salis".

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