Salis e l'assalto a un gazebo della Lega: "Fare luce su quella violenza"

La Salis finì a processo per l'assalto a un gazebo della Lega nel 2017. Il legale della donna precisa: "Venne assolta per non aver commesso il fatto". Ma il Carroccio insiste: "Azioni per fare luce sull'episodio"

Salis e l'assalto a un gazebo della Lega: "Fare luce su quella violenza"
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Ilaria Salis finì a processo dopo che, nel 2017, i centri sociali assaltarono un gazebo della Lega a Monza. Lo afferma il partito di Matteo Salvini, che in una nota commenta la vicenda della 39enne accusata di aver partecipato all'aggressione di due neonazisti a Budapest l'11 febbraio 2023. "Le immagini di Ilaria Salis incatenata in Ungheria sono scioccanti: il suo caso offre la possibilità di riflettere sull'atteggiamento di un Paese membro dell'Ue, ma non solo", ha scritto il Carroccio in riferimento alle condizioni della giovane sottoposta a processo in Ungheria.

Poi, però, l'ulteriore annotazione. La Lega, infatti, ha ricordato che "il 18 febbraio 2017, a Monza, un gazebo della Lega veniva assaltato da decine di violenti dei centri sociali, e le due ragazze presenti attaccate con insulti e sputi da un nutrito gruppo di facinorosi". Per quei fatti - si legge nella nota del partito guidato da Matteo Salvini - "Ilaria Salis è finita a processo, riconosciuta dalle militanti della Lega". Il riferimento era a un blitz che già a suo tempo suscitò indignazione per le modalità con le quali si consumò sotto gli occhi dei militanti leghisti. Secondo quanto ricostruito dalla Lega, tra gli antagonisti al centro di quell'assalto ci sarebbe stata anche la giovane ora a processo in Ungheria. Una versione però respinta dall'avvocato della giovane.

Interpellato dall'Ansa, il legale di Ilaria Salis, l'avvocato Eugenio Losco, ha infatti precisato che "Ilaria è stata assolta per non aver commesso il fatto in relazione all'episodio dell'aggressione al gazebo della Lega nel 2017". E ha inoltre sottolineato che "la signora Salis non è stata affatto individuata dalle due militanti della Lega ma solo individuata come partecipante al corteo che si svolgeva quel giorno a Monza da un video prodotto in atti". Nella sentenza - ha aggiunto - "il giudice ha specificato che risulta aver partecipato solo al corteo senza in alcun modo aver partecipato all'azione delittuosa di altre persone né di aver in qualche modo incoraggiato o supportato altri a farlo". Inoltre, il difensore della maestra milanese ha rimarcato che "la Lega non si costituì parte civile e quindi non era nemmeno tra le parti che potevano fare appello contro la sentenza di assoluzione di Ilaria Salis nel processo per l'assalto al gazebo di Monza".

Alle dichiarazioni su quell'episodio si sono poi aggiunte quelle dell'avvocato Roberto Zingari, che assiste una delle militanti della Lega aggredite e insultate a Monza nel 2017. Il legale - precisa l'ufficio stampa del partito di Matteo Salvini - "è determinato a promuovere azioni e a utilizzare tutti gli strumenti di legge per fare piena luce su quell'episodio di gravissima violenza politica". "L'aggressione fisica, gli insulti e gli sputi contro una ragazza non possono restare impuniti", ha spiegato l'avvocato Zingari.

"Auspichiamo che la donna, di professione insegnante e definita dai sempre attenti giornali italiani 'un'idealista', possa dimostrarsi innocente in tutti i procedimenti che la riguardano", ha aggiunto il Carroccio, tornando all'attualità.

"Le sue vicissitudini nelle aule di tribunale - ha concluso il partito di via Bellerio - offrono l'opportunità di ribadire che il legittimo esercizio del dissenso non può mai sfociare in episodi di violenza, soprattutto se particolarmente odiosi come quelli messi in atto contro giovani indifese aggredite da un branco come successo a Monza".

Così, pur dimostrando vicinanza alla nostra connazionale per l'indegno trattamento detentivo subito, la Lega ha assunto una posizione a sé destinata a fare notizia.

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