In cella il dipietrista col vizio dei videopoker

In cella il dipietrista col vizio dei videopoker


Patricia Tagliaferri

Fino a ieri denunciava i giornalisti per conto del Capo, adesso è in cella per aver «distratto» un milione di euro. L'avvocato Vincenzo Maruccio, uomo di Antonio Di Pietro alla Regione Lazio dov'era capogruppo dell'Idv, è andato a far compagnia a Regina Coeli al collega capogruppo Franco Fiorito del Pdl. Peculato è il capo d'imputazione che il gip gli contesta per aver riversato sui suoi 15 rapporti bancari (libretti e conti correnti) 956.670,00 euro del gruppo consiliare. Il sospetto è il riciclaggio. Soldi sperperati in buona parte alle slot-machine e al videopoker, tanto che nell'ambiente del Texas hold'em romano era conosciuto come il «bombardiere» per la sua capacità di sganciare almeno 100mila euro in un «casinò» di cui è socio il tesoriere regionale di Idv Andrea Palma. «Sistematica spoliazione» delle finanze del partito di Di Pietro ed «attività predatoria di risorse pubbliche», le definiscono i magistrati.
In carcere, Maruccio ci resterà almeno un mese (il gip ha firmato una ordinanza di custodia cautelare a tempo) perché c'è il rischio di inquinamento delle prove nonostante i due interrogatori e i chiarimenti che non hanno chiarito granché. «Non un solo euro è finito nelle mie tasche», aveva ribadito l'ex uomo forte di Tonino. Il nucleo di polizia valutaria della Gdf ha calcolato che, da maggio 2010 a giugno 2012, sono transitati sui conti di Idv circa due milioni e mezzo di euro, dai quali Maruccio avrebbe trattenuto mezzo milione con bonifici girati ai propri conti e 400mila euro con prelievi di contanti, utilizzando causali assai generiche come «anticipazione o restituzione» e «rimborsi». Luca Petrucci, avvocato dell'avvocato di Tonino, si è lamentato del ricorso alla carcerazione preventiva, tanto cara al vecchio Di Pietro pm, «che dovrebbe essere l'estrema ratio, ma in questo modo appare come uno strumento di pressione sull'indagato». Le 30 pagine dell'ordinanza restituiscono l'immagine di un giovane politico bulimico, una «persona perennemente pressata dalla necessità di reperire denaro» da svariate fonti: «sale giochi, tabaccherie, parenti», compresa la nonna oppure la madre che «dalla Calabria, a suo dire, gli inviava i risparmi dei familiari e di amici vari». Tra i quali una ex convivente che lo avrebbe aiutato «addirittura facendo la cessione di un quinto dello stipendio» a cui, però, l'uomo a sua volta avrebbe pagato, con i soldi dell'Idv, l'affitto dell'appartamento con un assegno di 5.400 euro». I pm sono convinti che qualcuno lo abbia aiutato a intorbidire le acque dell'inchiesta di cui era venuto a conoscenza anche grazie a una talpa via sms. «Hai il telefono sotto controllo...».

I guai di Maruccio si allargano a un'inchiesta sulla 'ndrangheta del pm Bruni di Catanzaro: al telefono si ipotizzano voti in cambio di appalti, viene citato Maruccio quand'era assessore di Marrazzo. Ma questa è un'altra storia. Una gran brutta storia.
gianmarco.chiocci@ilgiornale.it

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